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Ashley Madison, presentata causa negli Stati Uniti: rischio class action

A pochi giorni dalla notizia dei tre suicidi, che secondo le prime indagini sarebbero da attribuire alla diffusione dei nomi degli utenti e alle relative informazioni sensibili legate all’hackeraggio del portale di dating online Ashley Madison, oggi arriva la seconda citazione in giudizio per il sito AshleyMadison.com e per la società Avid Life Media.
A cura di Matteo Acitelli
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ashley madison hack

A pochi giorni dalla notizia dei tre suicidi, che secondo le prime indagini sarebbero da attribuire alla diffusione dei nomi degli utenti e alle relative informazioni sensibili legate all'hackeraggio del portale di dating online Ashley Madison, oggi arriva la seconda citazione in giudizio per il sito AshleyMadison.com e per la società Avid Life Media. Mentre in rete si cerca di capire chi si nasconde dietro al gruppo di hacker Impact Team, il nuovo ricorso presentato in una corte federale della California si scaglia contro la gestione dei dati personali da parte dei responsabili di Ashley Madison. Secondo John Doe, il team del sito di dating online non ha protetto in modo adeguato le sue informazioni personali e finanziarie, creandogli forte stress emotivo. Ora il ricorrente ha un obiettivo: attivare una class action contro Ashley Madison e Avid Life Media.

Gli hacker che hanno colpito il portale AshleyMadison.com hanno pubblicato in rete un archivio con le informazioni di oltre 37 milioni di utenti con numerosi indirizzi mail che fanno risalire a funzionari governativi Usa, impiegati statali inglesi e dirigenti di azienda europei e americani. Come spiega l'uomo che vuole attivare la class action, John Doe, la Avid Life Media avrebbe potuto prevenire la violazione se avesse preso "le necessarie e ragionevoli precauzioni per proteggere le informazioni degli utenti, per esempio, attivando un sistema di criptaggio dei dati". L'attacco informatico ai database del sito di dating online ha provocato disagi a milioni di persone che ora si ritrovano pubblicate online numerose informazioni personali e dati sensibili come indirizzi email, numeri di telefono ed informazioni sulle carte di credito.

Il ricorso presentato negli ultimi giorni in una corte federale della California si aggiunge così a quanto depositato la scorsa settimana a Toronto dove è stata depositata una causa contro Avid Life Media con una richiesta di risarcimento danni da ben 760 milioni di dollari.

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