Assoprovider lancia l’allarme: a rischio il wi-fi per milioni di utenti
L'Assoprovider, l'Associazione dei Provider Indipendenti italiani, lancia oggi un allarme per un rischio concreto che evidenzia ancora una volta quanto il nostro paese abbia bisogno, prima che di innovazione, di un vero cambio culturale in ottica digitale. quello che segnala l'Associazione è che milioni di utenti wi-fi italiani potrebbero restare, da un giorno all'altro, tagliati fuori dalla rete. In questo caso l'associazione parla di “digital divisi”.
Assoprovider denuncia che gli Internet service provider wireless (WISP) che in modo legale dal 2005 forniscono servizi di accesso ad Internet via radio, utilizzando le frequenze di libero uso, rischiano di vedere in pericolo le loro aziende per interpretazioni di norme comunitarie e nazionali stranamente errate, e casomai in ritardo di un decennio, da parte della Direzione Comunicazioni del Ministero dell’Innovazione e Sviluppo Economico. Le ispezioni degli Ispettorati territoriali presso gli operatori WISP, sulla base di circolari diramate dalla Direzione Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico, secondo l'Associazione, stanno trattando in modo restrittivo il tema riguardante la liceità dell’uso delle frequenze libere per la creazione di reti di comunicazione pubbliche. Un fatto che l'Associazione, dopo quasi dieci anni di investimenti e maturazione di un mercato ormai solido, con milioni di utenti raggiunti dai servizi wireless, giudica "quanto meno sconcertante". Si evidenzia anche che l'azione svolta dagli operatori WISP in questi anni che, senza fruire di alcun finanziamento pubblico, hanno consentito il superamento del digital divide in vaste aree di nessun interesse per i grandi operatori, esercitando di fatto una "funzione pubblica di rilievo".
Di fronte a questa situazione e di fronte alle tante segnalazioni fatte pervenire al MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), Assoprovider annuncia che è intenzionata a portare avanti azioni per tutelare gli utenti, oltre 1 milione, e le aziende del settore, incluso l'indotto, che contano più di 10 mila dipendenti. Dino Bortolotto, presidente di Assoprovider, pone l'accento sul problema che sta alla base della loro denuncia e afferma:
E’ chiaro che questi chiari di luna normativi che ogni tanto investono il settore non avvengono per motivi tecnici o di carattere legislativo” afferma Bortolotto, “altrimenti non si capirebbe l’incoerenza esistente tra quanto sta accadendo al MISE e i bandi nazionali e regionali per le reti wireless passati e quelli tuttora pubblicati sui portali interessati, oltre ai temi legati al mercato dell’”Internet degli oggetti”, dell’Agenda Digitale, delle scuole 3.0, che vede proprio le reti wireless al centro di questi eco sistemi”.
Ma Bortolotto continua e chiarisce che:
I WISP non vogliono essere il capro espiatorio per un settore (come quello delle Comunicazioni) che ormai deve essere completamente riformato se non rivoluzionato, allineandolo all'Europa e non più con gli interessi feudali del potentato di turno. Ci si domanda attoniti come mai in generale l’economia nazionale deperisce a vista d’occhio? Ecco, quel che accade in questo nostro settore è un esempio che spiega in parte le ragioni”.
Secondo l'Associazione, dunque, "l’innovazione e lo sviluppo economico nascono da una reale volontà di liberare il mercato da lacci e lacciuoli". Chiedendo, infine, oltre ad avere risposte in merito, che i WISP possano essere messi in condizione di continuare a fare il loro lavoro.