Nel 2014 sono state registrate 1.500 intrusioni non autorizzate, le quali hanno portato al furto di circa 1 miliardo di dati in totale. È l'allarmante dato divulgato dall'azienda esperta in sicurezza Gemalto. Il rapporto mostra che il 54% delle intrusioni è riferito al furto d'identità – un dato aumentato del 23% rispetto all'anno precedente – che riesce a battere persino gli attacchi alle informazioni finanziarie: solo il 17% del totale. In generale, dal 2013 gli attacchi sono aumentati del 49% e il numero di dati compromessi è salito del 78% in un solo anno.
I ricercatori sottolineano che la diminuzione delle intrusioni nei conti personali e l'aumento dei furti d'identità non è sicuramente un buon segno, ma era un cambiamento prevedibile. "Il furto d'identità può portare all'apertura di nuovi conti fraudolenti, creare false identità per attività criminali o una serie di altri crimini" ha spiegato Tsion Gonen, vice presidente di Gemalto "Mentre le intrusioni diventano più personali, assistiamo ad un'espansione dell'universo dei possibili rischi per le persone normali". Inoltre, gli attacchi a grosse aziende ed organizzazioni diventano sempre più frequenti. L'ultimo esempio in questo senso è sicuramente quello che ha coinvolto Sony Pictures, ma durante il 2014 ce ne sono stati molti altri: Staples, Kmart, Home Depot, Target, iCloud, etc.
"C'è stato chiaramente un cambio nelle tattiche dei cyber criminali, con il furto d'identità a lungo termine sempre più preferito all'immediato furto del numero delle carte di credito" ha commentato Jason Hart di Gemalto. Secondo gli esperti la situazione è così drammatica da non avere nemmeno una soluzione immediata. "Non solo le intrusioni stanno aumentando, ma stanno diventando sempre più gravi" ha concluso Gonen "Essere colpiti non è più questione di Se ma di Quando".