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Attentato Sri Lanka, il governo di Colombo vieta l’accesso ai social media

A seguito dei tragici attentati di Pasqua, che hanno provocato più di 290 morti, il governo dello Sri Lanka ha deciso di vietare l’accesso ai social media, tra i quali Facebook, WhatsApp, Instagram e Viber, con lo scopo di evitare il diffondersi di disinformazione attorno agli eventi.
A cura di Francesco Russo
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A seguito dei tragici attentati di Pasqua, che hanno provocato più di 290 morti, il governo dello Sri Lanka ha deciso di vietare l'accesso ai social media, tra i quali Facebook, WhatsApp, Instagram, Viber, per evitare il diffondersi di disinformazione attorno agli eventi. A dare la notizia sono diversi media locali e il sito Netblocks, il quale riferisce che il governo ha deciso di applicare un vero e proprio blackout. Fonti governative, raccolte anche dal New York Times, riferiscono che la decisione è stata presa per evitare la diffusione di notizie false in un momento cruciale per le indagini. Va ricordato che nello Sri Lanka, come in quasi tutto il sud est asiatico, il fenomeno delle fake news e della disinformazione è molto diffuso, al punto da generare scontri etnici a sfondo religioso.

Come prima risposta ai tragici attentati di Pasqua nello Sri Lanka, il governo di Colombo ha deciso di vietare l'accesso ai social media, per evitare che attorno ai fatti potesse formarsi un fenomeno di disinformazione, come spesso succede in questi casi, che avrebbe potuto mettere a rischio le indagini e avrebbe potuto generare altro odio. Lo Sri Lanka, così come quasi tutto il sud est asiatico, è molto sensibile al fenomeno della disinformazione attraverso i social media, soprattutto quella fomentata attraverso Facebook, WhatsApp e YouTube. Una decisione che se da un lato si è resa necessaria per le indagini, si è rivelata problematica per i tanti che volevano avere notizie su parenti e amici coinvolti nei terribili attentati.

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Lo Sri Lanka non è nuovo a questo tipo di blackout, lo scorso anno venne praticato un divieto temporaneo di accesso verso Facebook proprio per contrastare la disinformazione e le fake news. Al momento non si sa per quanto tempo verrà reso attivo questo nuovo divieto. Il Ministero della Difesa, in una nota, ha fatto sapere che il provvedimento "verrà portato avanti fino al termine delle indagini". Una situazione che potrebbe comunque rendere più difficile la diffusione delle notizie.

La Federazione Internazionale della Stampa, che ha sede a Bruxelles, si è detta preoccupata da questa scelta, anche perchè non ci sono prove sostanziali che questo tipo di provvedimenti restrittivi possa davvero contribuire a "ridurre la violenza".

Facebook, immediatamente dopo la diffusione della notizia del blackout ad opera del governo di Colombo, ha fatto subito sapere di essere a disposizione delle autorità, ed è pronto ad attivarsi per evitare la diffusione di contenuti violenti sulla piattaforma mettendo in pratica i controlli. Twitter invece non ha voluto ancora commentare nulla, mentre Google e Snapchat non hanno espresso alcun commento a riguardo. Viber, app di messaggistica molto usata nella regione asiatica, non ha diramato alcun comunicato ma ha twittato che fornirà il massimo supporto invitando gli utenti ad essere più responsabili e ad affidarsi a fonti certe.

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