Attivo l’accordo di 60 milioni di euro tra Google e gli editori francesi, ma si tratta di spiccioli
Google e gli editori francesi si erano accordati il primo febbraio scorso all'Eliseo: François Hollande ed Eric Schmidt avevano firmato il patto per la creazione di un "Fondo per l'innovazione digitale della stampa" e ieri, 19 settembre, questo è diventato operativo. 60 milioni di euro disponibili per un orizzonte di tre anni facendo domanda entro il 10 ottobre per beneficiare dei primi finanziamenti, per un massimo di due milioni a testata (online ed offline, nessuna limitazione in merito).
Nessun particolare sforzo economico per Google, ma gli editori francesi sono ugualmente contenti ed entro il 17 ottobre aspetteranno il parere della commissione riunita. Questi i nomi della giuria: Natahlie Collin (lato editori) e l’italiano Carlo d’Asaro Biondo (lato Google) – in veste di presidenti e a rotazione – Marc Feuillée del Figaro e Francis Morel del gruppo Les Echos – in veste di rappresentanti stampa – Stéphane Ramezi, Marie-Christine Levet e Mats Carduner – come esterni – Ludovic Blecher (ex di Libération), Direttore del Fondo.
Quali i requisiti per partecipare? lancio del progetto dal 1° gennaio 2013, contenuto innovativo, presentato da una delle 588 aziende editoriali riconosciute, dalle note e storiche alle new entry.
La pubblicità (gli ads) che Google affianca ai link degli articoli giornalistici dovrebbe essere pagata e dovrebbero beneficiarne proprio gli editori, che quegli articoli li editano, possedendone i diritti. Questo fondo risolverà la diatriba tra le parti? Magari potrà dare un po' di ossigeno alle casse affaticate delle testate.
Schmidt aveva definito “emozionante” l’accordo: “È la dimostrazione che siamo in grado di contribuire a stimolare l’innovazione digitale a beneficio dei consumatori”. Si è trattato e si tratta di un compromesso per portar quite dopo la tempesta scatenata dagli editori francesi, peraltro a ragion dovuta.