video suggerito
video suggerito

Big data: e se domani i tuoi dati non ci fossero più?

I software di oggi non sono una garanzia per il riuso dei dati domani. Obsolescenza rapida e assenza di compatibilità sono le accuse; i metadati la soluzione proposta.
55 CONDIVISIONI
Immagine

L'allarme lo lancia il co-inventore del protocollo Tcp/Ip, nonchè guru di internet: Vincent Cerf accusa di obsolescenza i programmi adoperati per creazione e storage dei dati.  Il rischio? perdere documenti, fogli di calcolo, presentazioni commerciali, e quanto altro va a costituire il database business e personale di ognuno di noi.

La tecnologia avanza e i software di domani non saranno in grado di leggere i dati prodotti oggi, questo perchè il modo in cui oggi vengono prodotti non è pensato per avere una vita lunga, ma per diventare old in tempi brevi.

In occasione del Computerworld Honors, evento dedicato al settore dell'IT, Cerf ha portato l'esempio di Office 2011 e del suo Mac su cui ha adoperato la suite: un file .ppt del 1997 non si è aperto a causa – appunto – dell'obsolescenza del software adoperato. Non ha puntato il dito contro un software d'avanguardia e appannaggio di pochi tecnici: Cerf, Internet Evangelist di Google, ha citato il pacchetto di tool più comune, noto e diffuso tra i più.

Il problema non è la casa che produce il software; in generale, il problema risiede nella tecnologia adoperata e nella scarsa compatibilità delle risorse, che rende i backup periodici  insufficienti come garanzia di longevità dei dati generati.

La soluzione sembra essere data dai metadati: informazioni che inglobano una serie di dati e che permettono di risalirne alla genesi, permettendo, di conseguenza, anche di modificarli.
Nuova sfida per i developer e nuova opportunità di business per chi coglierà la proposta.

55 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views