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Bill Gates: “Il 95% dei soldi che ho non serve alla mia famiglia, così aiuto gli altri”

“Il 95% dei soldi che ho non serve alla mia famiglia”, è quanto dichiarato da Bill Gates nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
A cura di Matteo Acitelli
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"Il 95% dei soldi che ho non serve alla mia famiglia", è quanto dichiarato da Bill Gates nel corso di un'intervista rilasciata al Corriere della Sera. Durante l'incontro con il quotidiano il fondatore di Microsoft ha avuto modo di affrontare numerosi argomenti. L'intervista inizia con un commento del suo lavoro: "Non direi che il mio lavoro possa essere definito rivoluzionario. Credo nell'innovazione radicale, questo sì. Credo nel sogno di sradicare la poliomielite, di debellare la malaria e in altri obiettivi di progresso. Ma la parola rivoluzionario attiene ad altri ambiti. E comunque, io non sono neanche il primo filantropo. Penso a gente come Carnegie o Rockefeller".

La risposta che più ha colpito l'attenzione dei lettori è però quella riguardante i guadagni dell'uomo più ricco del mondo che al Corriere della Sera spiega: "Mi sento incredibilmente fortunato perché posso fornire ai figli una buona istruzione e ogni aiuto senza dovermi preoccupare dei soldi: e questa è una vera benedizione. La maggior parte dei miei soldi, direi oltre il 95 per cento non è necessaria per sostenere le spese né della mia famiglia né dei miei figli. E quindi ho la possibilità e l'opportunità di restituire questo denaro alla società, per accelerare l'innovazione a favore dei più poveri".

Ancora una volta dunque Bill Gates sottolinea il suo impegno nella lotta all'Hiv, alla tubercolosi e alla malaria. Non è mancato poi una domanda sull’Italia e la crisi alla quale il CEO di Microsoft non ha esitato a rispondere: "Chiunque vada nei Paesi africani e veda che il reddito è di cento dollari all’anno, si rende conto di quale pressione tutto questo comporti. Quando le persone ci appaiono lontane, non ci poniamo il problema. Ma ogni tre anni è bene ricordare al mondo che sta accadendo e che debbono sentirsi fieri della loro generosità".

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