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Brasile, WhatsApp mantiene la sua posizione: “La sicurezza degli utenti è inviolabile”

La nuova sospensione di WhatsApp in Brasile ha provocato una grande discussione sul web e sui social media, oltre che in tutto il Brasile. Il provvedimento riapre di nuovo la discussione sulle nuove tecnologie e sulla privacy dei cittadini. Jan Koum ribadisce la posizione di WhatsApp e intanto il giudice di Sergipe ha rigettato il ricorso dell’azienda per la sospensione.
A cura di Francesco Russo
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La nuova sospensione di WhatsApp in Brasile ha provocato, come previsto, una grande discussione sul web e sui social media, oltre che in tutto il parse. Il secondo provvedimento a distanza di pochi mesi riapre di nuovo la discussione sulle nuove tecnologie e sulla privacy dei cittadini. Il provvedimento emanato ieri, che sospende per 72 ore l'uso di WhatsApp in Brasile, ha il chiaro obiettivo di costringere WhatsApp, quindi Facebook, a cedere e a collaborare con la giustizia in casi che riguardano, tra gli altri, anche traffici di stupefacenti. Jan Koum e Brian Acton hanno tenuto a ribadire la loro posizione sostenendo che qualche giorno fa è stata abilitata sull'app, come impostazione predefinita, la crittografia end-to-end, cioè l'impossibilità per chiunque di poter accedere alle conversazioni tra gli utenti. Una posizione quindi ferma sul principio che la privacy degli utenti è inviolabile.

In un post su Facebook Jan Koum, co-fondatore di WhatsApp, esprime il suo disappunto: "Ancora una volta vengono puniti milioni di brasiliani innocenti perchè un tribunale vuole costringere WhatsApp a consegnare informazioni che, come più volte ribadito, non abbiamo. Non solo crittografiamo end-to-end le conversazioni degli utenti per renderle più sicure, ma anche noi non abbiamo la cronologia delle conversazioni sui nostri server.(…) Non abbiamo alcuna intenzione di compromettere la sicurezza del mostro miliardo di utenti in tutto il mondo". Una posizione chiara e ferma quella di Koum che ribadisce dunque la posizione fin qui sostenuta.

Intanto il giudice Cezário Siqueira Neto, del Tribunale di Giustizia di Sergipe, stamane ha rigettato il ricorso presentato da WhatsApp per ottenere lo stop al provvedimento di sospensione del servizio di messaggistica istantanea, un provvedimento che, vale la pena ricordare, impedisce a 100 milioni di utenti di usare l'app. Secondo quanto riportato dai quotidiani brasiliani, il sito della Corte di Sergipe è stato preso di mira, nelle scorse ore, da Anonymous Brasile in segno di protesta.

Sulla sospensione è intervenuto anche Joao Rezende, presidente di Anatel, l'Agcom brasiliana, il quale ha definito il provvedimento di blocco "una misura sproporzionata che punisce gli utenti". Rezende ha precisato anche che "WhatsApp deve rispettare le decisioni della magistratura per le condizioni tecniche che le competono ma, evidentemente, il blocco non è una soluzione". E ha sottolineato il fatto che la stessa autorità non abbia potere per fare revocare il provvedimento.

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