ByteDance e Oracle vogliono trasformare TikTok in un’azienda indipendente negli Stati Uniti
Iniziano a farsi leggermente più chiari i contorni dell'affare che legherà TikTok e il colosso dell'informatica statunitense Oracle finito sotto i riflettori in questi giorni. L'intesa è ancora in via di approvazione da parte del governo statunitense e ha lo scopo di portare la gestione dei dati degli utenti statunitensi nelle mani di un'azienda locale, così come disposto in un ordine esecutivo firmato dal Presidente Donald Trump all'inizio di agosto; in queste ore però un articolo del Financial Times ha specificato che dall'operazione è previsto che esca una nuova azienda, diversa e separata da TikTok.
Stando a quanto riportato dalla testata, l'accordo raggiunto tra Oracle e lo sviluppatore di TikTok ByteDance dovrebbe permettere alla piattaforma di continuare a esistere negli Stati Uniti esattamente come gli utenti l'hanno conosciuta fino ad ora. L'azienda statunitense si occuperà di ospitare fisicamente i dati degli iscritti all'interno di server da essa creati e allestiti, mentre gli algoritmi e il software alla base della piattaforma potrebbero rimanere di proprietà di ByteDance e quindi mantenere l'esperienza d'uso dell'app immutata.
Il soggetto giuridico che si occuperà della questione dovrebbe essere una nuova azienda sede negli USA, ma sarà comunque controllato in maggioranza dagli attuali proprietari di TikTok; la presenza di Oracle nella proprietà, seppure con una quota di minoranza la cui entità non è stata ancora specificata, dovrebbe garantire all'azienda l'indipendenza dal governo cinese richiesta nell'ordine esecutivo firmato da Trump ormai un mese e mezzo fa.
In questo caso il condizionale è però d'obbligo per almeno due motivi. Il primo è che quelle riportate dal Financial Times sono informazioni che per il momento non hanno un riscontro ufficiale; il secondo è che l'accordo tra le due aziende allo stato attuale è ancora una proposta sul tavolo delle autorità statunitensi che dovranno valutarne la bontà. Se la soluzione proposta verrà ritenuta adeguata sul fronte della protezione della privacy degli utenti statunitensi, riceverà a breve un semaforo verde.