Pubblicare innumerevoli selfie scattati con amici è una pratica ormai all'ordine del giorno sui social network e che solo apparentemente non ha controindicazioni. In realtà, secondo la legge chi lo fa senza avere il consenso di tutti i presenti nella foto rischia il carcere. Lo dice l'articolo 167 del decreto legislativo numero 196/2003 (codice privacy), cioè la normativa che sanziona il reato di illecita diffusione dei dati personali. A sottolinearlo è lo Studio Cataldi, riportando che la normativa punta a colpire chiunque tratti dati personali alfine di trarre per sé o per altri un profitto o recare danno ad altri.
L'articolo 167 prevede quindi la presenza del danno come condizione che può portare alla punizione del reato di trattamento illecito dei dati attraverso il web. Le sanzioni per questa tipologia di danno variano a seconda della violazione: da sei a diciotto mesi se dall'azione deriva danno o da sei a ventiquattro mesi se il fatto si basa sulla comunicazione o diffusione dei dati. Nel caso in cui la violazione riguardi gli articoli 17, 20, 21, 22, commi 8 e 11, 25, 26, 27 e 45, invece, la reclusione può arrivare fino a tre anni. La legge prevede inoltre un'aggravante nel caso in cui la diffusione di una foto senza il consenso rientri nello stalking e, di conseguenza, in grado di portare ad una sensazione di ansia e paura nella vittima.
Senza cadere necessariamente in quest'ultima ipotesi, la pubblicazione di un selfie senza consenso può, almeno in teoria, portare a conseguenze legali. Il consenso, peraltro, non è valido per sempre: il soggetto ritratto può chiedere in ogni momento la rimozione a chi ha pubblicato il contenuto. Nel caso in cui la foto sia stata caricata senza consenso, la vittima può procedere sia per via penale che in via civile, ottenendo un provvedimento d'urgenza al fine di cancellare immediatamente la foto.