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Come impedire a Google di utilizzare il vostro nome nelle inserzioni pubblicitarie

L’azienda di Mountain View modifica i suoi termini contrattuali ed utilizza nomi, cognomi ed immagini personali degli utenti per scopi pubblicitari, ma per fortuna l’opzione è disattivabile.
A cura di Daniele Cretella
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Cedere la propria identità per annunci e banner pubblicitari? No grazie. Ha già fatto il giro del mondo la notizia relativa all'imminente modifica dei termini contrattuali di Google attraverso i quali nome, cognome ed immagine personale degli utenti dei servizi di Big G potranno essere legalmente utilizzati dall'azienda per scopi pubblicitari. Una situazione analoga a quella che, soltanto pochi mesi fa, aveva mandato su tutte le furie gli utenti di Instagram, scemata poi a seguito di un ulteriore modificazione dei termini di utilizzo dell'app e numerosi chiarimenti da parte del suo fondatore.

Fortunatamente, però, la strada da percorrere per tutti coloro i quali non siano interessati a cedere la propria identità all'azienda di Mountain View (senza ricavarne alcun vantaggio economico, questo è meglio ricordarlo), è meno tortuosa di quando non si possa pensare. Basta, infatti, andare direttamente nelle impostazioni del proprio account Google+ e togliere la spunta dall'opzione:  A seconda della mia attività, Google può mostrare il nome e la foto del mio profilo nei consigli condivisi che vengono visualizzate negli annunci.

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A questo punto premere su Salva e poi Continua quando apparirà un messaggio nel quale Google vi dirà che con questa scelta gli utenti avranno "meno probabilità di avvalersi" dei vostri consigli. E' bene ricordare che gli annunci "personalizzati" si riferiscono esclusivamente alle condivisioni avvenute attraverso il tasto "+1" (l'equivalente del Mi Piace), mentre non rientra la condivisione di ulteriori informazioni personali. Insomma, in un mondo dove ormai si fa a gara per condividere ogni istante della propria vita, ci si chiede davvero se sia ancora possibile parlare di privacy in senso stretto, ma per chi ancora crede che una spunta possa tutelare la sua identità, questa piccola guida sarà certamente apprezzata.

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