Computer gratuiti in Kenia: l’associazione dei genitori dice no per l’alto rischio di rapine
Il sogno di molti bambini o ragazzi nell'era della tecnologia 2.0 è senza dubbio possedere un proprio computer. Se poi contiamo il fatto che tali bambini potrebbero essere i poveri del Kenia, il progetto del governo in collaborazione con Microsoft potrebbe risultare decisamente una manna dal cielo. Peccato che quel sogno potrebbe ancora prima di iniziare essere già un ricordo mai esaudito, anche se non per colpa degli autori dell'azione benefica.
La collaborazione con l'azienda leader nel campo dei personal computer era sorta durante le fasi della campagna elettorale del nuovo presidente keniota, Uhuru Kenyatta. Tra i punti chiave della sua campagna elettorale vi era la distribuzione annua di oltre 1,2 milioni di laptop, da qui al 2016, ai bambini che iniziano il ciclo scolastico. Un programma decisamente interessante ma che sembra possedere da qualche giorno la diretta bocciatura proprio dei diretti interessati, i genitori degli studenti.
Il programma delineato in campagna era quello di inizializzare in qualche modo una trasformare del Kenya ponendolo come un crocevia tecnologico di tutta l’Africa orientale. Un piano triennale da 615 milioni di dollari, dove il costo di ogni portatile sarebbe stato di soli 100 dollari, e che avrebbe dovuto prendere il via alla fine di quest’anno. Microsoft, attraverso il programma «Partners in Learning Schools», ha già formato 32.600 insegnanti in tutto il Paese nell’ultimo quinquennio ed il governo ha annunciato la realizzazione di "magazzini speciali" in ogni istituto scolastico con l’inserimento di informatica ed educazione digitale nel curriculum. Tutto quanto effimero almeno stando alle prime notizie. Il paese del Kenya in questo momento sembra possedere una forte crisi scolastica con oltre 200 mila insegnanti attualmente in sciopero nel tentativo di ottenere integrativi promessi ormai 16 anni fa. E dove servirebbero almeno 40 mila maestri e professori in più dell’attuale corpo docente.
Non puoi tenere in casa un oggetto del genere in posti in cui la gente non ha niente da mangiare. Oltretutto le rapine nei confronti dei bambini che lo posseggono potrebbero aumentare in modo esponenziale con grave pericolo per la comunità.
Musau Ndunda, dell’Associazione Nazionale Genitori
Diversa invece la posizione del governo che con il suo portavoce Muthui Kariuki dichiara: "Chiunque critica questa idea, non si preoccupa del futuro. Siamo nell’era digitale, e dai giovani che questo programma formerà, nasceranno i futuri manager della nostra ‘Silicon Valley’. La tecnologia è l’unica frontiera che rimane".