La procedura è ormai consolidata da anni nella maggior parte delle persone: nel momento in cui si avvertono strani sintomi o dolori, si apre Google e si effettua una ricerca per scovarne le possibili cause. I risultati del noto motore di ricerca, però, sono il più delle volte drammatici, totalmente sbagliati e persino pericolosi. Per questo è lo stesso Big G ad aver deciso di mettere un freno a questa pratica mostrando diagnosi ed eventuali patologie in apposite schede localizzate direttamente all'interno dei risultati di ricerca. Questo per evitare che i naviganti – in Italia il 74 percento degli utenti utilizza Google in questo modo – finiscano all'interno di portali non scientifici o si ritrovino a leggere diagnosi che con il loro stato di salute c'entrano poco o niente.
Per il momento è attiva solo negli Stati Uniti, ma nel corso dei prossimi mesi la funzione potrebbe raggiungere anche altri paesi del mondo, Italia compresa. Il funzionamento è semplice: sarà possibile cercare sintomi come "mal di testa su un lato" per ottenere una lista di patologie connesse, come mal di testa, emicrania, raffreddore e sinusite. A corredo di queste schede si troveranno delle brevi informazioni sulle singole patologie, ma anche consigli per il trattamento fai da te e alcune informazioni di contatto per raggiungere un medico con il quale confrontarsi sull'eventuale gravità del proprio stato di salute.
"Il nostro obiettivo è quello di aiutare gli utenti a navigare ed esplorare le condizioni di salute relative ai vostri sintomi" ha spiegato Google in una nota. "Per portarli velocemente alla possibilità di effettuare ricerche più approfondite sul web o di parlare con un professionista". Il tutto, ovviamente, a puro scopo informativo: "dovreste sempre consultare un medico per i consigli sulla vostra salute" spiega Big G. La funzione, che non vuole in alcun modo sostituire un medico vero e proprio, serve invece ad evitare che gli utenti finiscano in portali con informazioni sbagliate o semplicemente non applicabili al caso in questione. Un risultato ottenuto grazie all'implementazione delle informazioni raccolte dai medici per il miglioramento del Knowledge Graph, cioè l'algoritmo che regola e migliora costantemente i risultati di ricerca di Big G, e alla collaborazione di alcuni dottori ed esperti dell'Harvard Medical School e della Mayo Clinic.