Conversazioni e messaggi su Facebook non possono essere usati come prova in tribunale
Le conversazioni che ogni utente realizza tramite il più importante social network del momento, ossia Facebook, sono delle vere e proprie conversazioni coperte da riservatezza e segretezza. Per questo non potranno mai essere utilizzate dagli avvocati o dai loro assistiti come prova reale in una determinata causa né tanto meno il giudice potrà richiederne la loro esibizione.
Questo è ciò che è stato deciso dalla Sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che decide di allontanarsi in qualche modo dalla precedente di qualche tempo fa emesso dal Tribunale di Torino. Secondo il giudice piemontese proprio seguendo la sentenza del Tribunale la documentazione acquisita anche violando la palese privacy, magari in seguito ad alcune intercettazioni di email, o magari di sms o addirittura di una conversazione su Faceook, potrebbero essere utilizzate, in una causa, come prova. Proprio in questo caso non ci sarebbe alcuna norma che lo vieterebbe.
Ma contro proprio questo pensiero viene Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, per il quale invece i messaggi privati inviati con i social network devono essere considerati conversazioni assolutamente segrete, personali e privati e per questo tutelate dalla legge che le protegge. Le stesse, infatti, possono essere assimilate a forme di corrispondenza privata, e proprio per questo hanno la possibilità ed in qualche modo devono ricevere la massima tutela sotto il profilo della loro divulgazione. Chiaramente in tutto questo non possiamo considerare tutte le informazioni pubblicate sul proprio profilo personale, anche se limitate ad una certa cerchia di amici, perché per esse non vi può essere tutela e possono quindi essere utilizzate come prova in una determinata causa.