Copyright: Yahoo! non è responsabile dei video Mediaset condivisi
In relazione alla vicenda che vede di fronte Mediaset e Yahoo!, il giudice della Corte di Appello di Milano stabilisce un nuovo principio in tema di copyright. In pratica è il proprietario dei contenuti colui che deve segnalare in modo "qualificato, puntuale e circoscritto" al provider i singoli video da rimuovere. Di conseguenza, dovrà essere Mediaset stessa a segnalare al giudice quali sono i video che Yahoo! deve rimuovere dalla sua piattaforma. La sentenza ribalta quella di primo grado del 2011 quando Mediaset, attraverso la controllata RTI (Reti Televisive Italiane), chiese un risarcimento di 200 milioni di euro. In quell'occasione il giudice ritenne che la diffusione di video non autorizzata costituisse una violazione del diritto d'autore. Principio quindi ribaltato.
Il tema del diritto d'autore è molto sentito in Europa e di fatto la sentenza di appello si allinea al principio presente in diverse norme europee per cui un provider è da ritenersi responsabile dei contenuti pubblicati dagli utenti solo nel caso in cui lo stesso, in seguito ad una segnalazione “qualificata, puntuale e circoscritta”, non si sia adoperato per mettere fine alla violazione segnalata. Di conseguenza tutte le denunce di possibili violazioni devono essere circostanziate.
Nella situazione specifica delineata dalla sentenza di appello Yahoo! non è ritenuto responsabile dal caricamento dei video da parte di utenti terzi, in quanto non partecipa attivamente alle operazioni e non interviene nell'alterare le operazioni stesse. Di fatto, non è da ritenersi un hosting provider attivo.
Una sentenza che farà giurisprudenza nel nostro paese proprio nel momento in cui sono ancora aperti casi che vedono di fronte produttori di contenuti multimediali, da una parte, e piattaforme di video sharing, come può essere YouTube, dall'altra. E infatti è proprio la piattaforma video di proprietà di Google ad essere chiamata in causa sempre da Mediaset a proposito della diffusione dei video sulla piattaforma, di fronte al Tribunale di Roma. Sarà dunque interessante vedere come il giudice interpreterà anche questa vicenda alla luce della sentenza della Corte di Appello di Milano.
Il punto che Mediaset, come altri del resto, ha sempre contestato, è che la diffusione dei contenuti passa attraverso piattaforme come quella di Yahoo! (che oggi non esiste più) o come anche quella di YouTube in cui sono presenti annunci pubblicitari e quindi realizzando dei guadagni sulle visualizzazioni da parte degli utenti. Situazione simile a quella ancora in corso tra Google e Mediaset. E tale situazione per certi versi potrebbe richiamare le varie vicende che coinvolgono Google News in vari paesi europei, solo che in questo caso sulla piattaforma non sono presenti annunci pubblicitari.
Mediaset ha comunque fatto sapere di voler ricorre in Cassazione e vedremo che sviluppi ci saranno.