Lee Jae-yong, vicepresidente di Samsung e figlio di una delle famiglie più ricche del paese, è stato arrestato con l'accusa di corruzione. Il manager, di fatto alla guida dell'azienda dopo che il padre, Lee Kun-hee, ha dovuto lasciare le redini a causa di una malattia, è stato accusato di aver versato quasi 40 milioni di dollari ad alcune realtà gestite da Choi Soon-sil, controversa amicizia del capo dello stato Park Geun-hye e associata di un gruppo sciamanico. Le indagini proseguono ormai da diversi mesi e avevano già coinvolto il vicepresidente, il cui arresto era però stato negato da un giudice a gennaio.
Oggi, invece, la procura ha ribaltato la decisione e ha arrestato il manager di Samsung, accusandolo di aver versato tangenti a realtà collegate alla Choi, la "sciamana" che insieme alla Park avrebbe spinto il National Pension Service ad approvare la fusione tra Samsung C&T e Cheil Industries, manovra che avrebbe favorito la famiglia a capo dell'azienda. La decisione di arrestare Lee potrebbe peraltro indicare un'imminente decisione della Corte costituzionale anche per quanto riguarda la Park, attualmente in attesa di un verdetto sull'impeachment votato dal Parlamento.
Lee Jae-yong aveva confermato di aver acquistato un cavallo dal valore di 875.000 dollari per la figlia della Choi Soon-sil, mentre l'accusa sostiene che Lee avrebbe anche donato 3,1 milioni di dollari ad una compagnia gestita dalla Sciamana. Ora il manager resterà in carcere fino a 21 giorni in attesa di comparire davanti ad una corte. Nel frattempo l'azienda ha affidato la guida al Future Strategy Officer, che ora dovrà cercare di mantenere operativa una realtà che è appena uscita dal difficile scandalo dei Galaxy Note 7. Lee è anche membro del Cda di Exor, la finanziaria degli Agnelli, nel quale manterrà il posto fino ad una eventuale condanna da parte del tribunale sudcoreano. Secondo Bloomberg potrebbero volerci fino a 18 mesi per un processo e un verdetto finale.