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Corte Ue, la proposta: “Linkare contenuti pirata non è illegale”

Linkare contenuti pirata all’interno di un portale web non è illegale. È questo il sunto della proposta di Melchior Wathelet, Avvocato Generale della Corte di Giustizia Europea, in merito ad una causa avente come oggetto proprio un link pirata.
A cura di Marco Paretti
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Linkare contenuti pirata all'interno di un portale web non è illegale. È questo il sunto della proposta di Melchior Wathelet, Avvocato Generale della Corte di Giustizia Europea, in merito ad una causa avente come oggetto proprio un link pirata. Da tempo considerati come il vero punto nevralgico della condivisione di file illegali, i siti web pirata non offrono mai direttamente i contenuti, ma rimandano semplicemente ad altri portali o servizi dai quali è poi possibile scaricare film, programmi o giochi. È questo il caso, per esempio, di The Pirate Bay, il noto portale di torrent che, peraltro, complica ancora di più la situazione: basandosi su un sistema peer-to-peer, i file vengono continuamente distribuiti dagli stessi utenti.

Ad oggi, però, basta la presenza dei link per rendere illegale un portale, una scelta che ha portato ad innumerevoli chiusure di tutte quelle realtà che offrono la possibilità di accedere a questa tipologia di contenuti, pur non proponendoli in prima persona. Se confermato, però, il parere dell'avvocato Wathelet potrebbe modificare radicalmente questo scenario, aprendo nuovamente il settore ai siti pirata. Per il momento la sua resta solo una proposta – quindi ancora da confermare da parte della Corte di Giustizia europea – in merito ad un caso che vede contrapporsi l'editore di Playboy in Olanda, Sanoma, e Geen Stikl, un blog che aveva linkato immagini inedite di un'attrice, Britt Dekker, sotto contratto di esclusiva con il colosso americano.

La Corte Suprema olandese ha definito il link lecito e Sanoma ha deciso di affidarsi alla Corte di Giustizia per cercare di ribaltare la sentenza, sostenendo che un link possa definirsi "comunicazione al pubblico". Così si arriva alla proposta dell'Avvocato Generale Wathelet, che già in molti definiscono preoccupante. "Se passa questa posizione, rischia di uccidere il mercato dei contenuti digitali in Europa, da Spotify a Netflix" ha spiegato Enzo Mazza, presidente della Federazione contro la pirateria musicale e multimediale. La preoccupazione maggiore, secondo Mazza, è che questi grossi player possano perdere interesse nel nostro paese dal punto di vista degli investimenti.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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