Il Galaxy Note 7 è morto. Lo ha sepolto definitivamente Samsung in una scatola ignifuga in seguito a diversi incidenti che hanno provocato danni a cose e persone. Ora tutti gli acquirenti del phablet dovranno restituirlo a Samsung o ai rivenditori che lo hanno venduto, indipendentemente dal fatto di essere o meno indicati come sicuri. In Italia il Note 7 non è mai stato venduto ufficialmente, se non, come spiega Samsung, "attraverso una prima fase di preordine di circa 4.000 unità, di cui consegnate meno della metà". Se ricadete in questi pochi casi o avete acquistato un Note 7 in un altro paese, ecco cosa fare per evitare incidenti.
Prima di tutto, il consiglio è quello di spegnere immediatamente il telefono e smettere di utilizzarlo. Anche i Note 7 sostitutivi si sono rivelati essere a rischio esplosione, quindi tenere acceso il dispositivo significa rischiare di trovarsi coinvolti in un incidente. "A tutti i consumatori che hanno effettuato il preordine, Samsung garantisce il rimborso totale e immediato dell’importo versato" scrive Samsung sul sito ufficiale. "Sempre a questi consumatori, verranno inoltre spediti subito dopo la restituzione del Galaxy Note 7, i premi promessi in fase di preordine".
Samsung sta contattando direttamente tutti gli utenti coinvolti, ma nel caso in cui non doveste ricevere una comunicazione da parte dell'azienda, il numero italiano dedicato all'assistenza è 800 025 520. Samsung offre il ritiro gratuito e la possibilità di scegliere se ottenere un rimborso completo o se ricevere un altro smartphone, come il Galaxy S7. In caso di rimborso, le scelte per un nuovo smartphone sono diverse: dal Moto Z al OnePlus 3, passando per LG V20, S7 Edge e Pixel di Google. Proprio quest'ultimo potrebbe godere dello scivolone di Samsung ottenendo una maggiore visibilità per il suo primo smartphone, i cui preordini si apriranno il 13 ottobre.