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Cosa hanno cercato gli italiani su Google nel 2019: spiccano Nadia Toffa e Notre Dame

Dai perché del conflitto tra Turchia e Curdi ai dettagli su Mahmood: la casa di Mountain View ha pubblicato i suoi Google Trends per il 2019, la lista delle chiavi di ricerca più gettonate dagli utenti nostrani. Come ogni anno il rapporto offre una panoramica sugli argomenti che più hanno toccato le corde degli italiani.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Ci sono la morte di Nadia Toffa e l'incendio di Notre Dame, tra le vicende che più hanno colpito gli italiani nel 2019 secondo Google. Come di consueto alla fine di ogni anno il motore di ricerca della casa di Mountain View ha pubblicato i suoi Google Trend – una panoramica esaustiva di ciò che i suoi utenti hanno cercato con più frequenza e assiduità nei 12 mesi passati – svelando così ciò di cui ci siamo incuriositi o che ci ha appassionato. La giornalista e conduttrice televisiva delle Iene venuta a mancare ad agosto è stata in assoluto al centro delle ricerche e dell'affetto di chi la seguiva o la conosceva solo marginalmente, ma anche l'incendio della cattedrale di Parigi ha scatenato un'ondata di interesse che ha superato quello generato da fenomeni nazionalpopolari come Sanremo – al terzo posto tra le parole più cercate. Tra gli argomenti più appassionanti menzionati dagli utenti nelle caselle di ricerca di Google ci sono anche le elezioni europee che si sono tenute a maggio e un altro lutto, quello che ha colpito i fan dell'attore statunitense Luke Perry.

Le domande che facciamo a Google

Le liste delle chiavi di ricerca più gettonate del 2019 non si limitano solamente alle parole più cercate in assoluto, ma come ogni anno sono divise per argomenti. Tra i personaggi i più cercati sono risultati (oltre a Luke Perry e Nadia Toffa) l'indimenticata cantante Mia Martini, il vincitore di Sanremo Mahmood e il calciatore Mauro Icardi; nella categoria guide spiccano quelle su come fare domanda per un lavoro da Navigator, su come risolvere il cubo di Rubik, e su come fare la valigia, un nodo alla cravatta e un passaporto; abbiamo poi cercato i significati delle parole Manchu Picchu, Hollywood, Trigama, Flat Tax e DGMA; ci siamo chiesti perché è caduto il governo Salvini ma anche perché è stata rinviata Lazio-Udinese, perché le Sardine si chiamano Sardine, perché la Turchia attacca i Curdi e come mai non siamo più tornati sulla Luna; abbiamo desiderato viaggiare a Zanzibar, in Croazia, in Sardegna, in Calabria e in Puglia, ma anche cucinare la Pastiera napoletana, il tiramisù, le lenticchie, la colomba pasquale e le chiacchiere.

Un confidente invisibile

Ogni anno è sempre più chiaro come le caselle di ricerca di Google siano diventate ormai una sorta di confidente al quale gli utenti sentono di poter confessare ogni dubbio, interesse o preoccupazione che ad altre persone nasconderebbero; a differenza dei social dove regna la volontà di manifestarsi artificiosamente o addirittura imporsi sul prossimo, su Google viene meno ogni tipo di filtro, perché dietro alla pagina di ricerca non si vede alcun interlocutore col quale rapportarsi. Eppure l'interlocutore c'è: sono gli algoritmi che registrano queste ricerche e che, oltre a offrire uno spaccato di ciò che ci interessa come Paese, eseguono lo stesso identikit su ciascuno di noi. Conoscere la portata di questa raccolta dati sui singoli utenti è semplice: questo sito allestito da Google si può visitare dopo aver effettuato l'accesso con il proprio account Gmail e include in ordine cronologico tutte le proprie ricerche ma anche tutte le attività avviate su un browser Chrome, su uno smartphone Android o attraverso altri prodotti della società.

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