Così Emalloru ha organizzato (quasi) da solo un festival per studenti videomaker
Un festival intero, organizzato da solo con l'aiuto di una manciata di volenterosi studenti dell'accademia di belle arti dell'Aquila: l'ultima fatica dello youtuber Emalloru è una rassegna di video nella quale il creator si è fatto da parte per dare spazio a 10 giovani aquilani intenti a promuovere la loro città con video girati utilizzando solamente lo smartphone. L'esperienza non poteva poi non essere riassunta in una clip pubblicata in queste ore sulla piattaforma di condivisione, che riassume l'esperienza di Emalloru in Abruzzo e l'organizzazione della manifestazione portata a termine da zero in soli 15 giorni.
L'idea nasce dalla volontà di veder raccontata la città vittima del terremoto del 2009 con mezzi moderni e soprattutto da testimoni diretti, che riuscissero a scardinare la narrazione di un capoluogo in macerie per concentrarsi su quanto abbia invece da offrire nel 2021. Per questo motivo lo youtuber si è rivolto proprio agli aspiranti artisti e creator dell'istituto d'arte aquilano, trovandosi però di fronte a una sfida particolarmente ardua. Le sole due settimane di tempo, la burocrazia dell'organizzazione, un'opera di convincimento meno lineare del previsto e gli immancabili imprevisti hanno tutti messo a repentaglio la realizzazione dell'evento, che è però andata decisamente a buon fine.
Lo Stories Festival si è tenuto giovedì 11 novembre in piazza Duomo, a l'Aquila, e ha visto la partecipazione di 10 aspiranti creator locali che con altrettanti video hanno raccontato la loro città per come si è rialzata negli ormai 11 anni trascorsi dal sisma. A valutare le opere ha partecipato una giuria di celebrità del settore: da Luis Sal a Surry, passando per Klaus, Francescoebbasta, Wikipedro e molti altri. La clip vincitrice – del quattordicenne Lorenzo Pellegrini – farà parte della campagna promozionale ufficiale della città, mentre il racconto dell'organizzazione è tutto nei 20 minuti caricati online in queste ore da Emalloru. Fanpage.it lo ha raggiunto per qualche domanda in più.
La direttiva per i partecipanti era di usare solo lo smartphone, così come fai sostanzialmente tu. Come mai usi solo l'iPhone nelle tue riprese?
La prima ragione è la versatilità: lo smartphone è una videocamera che ho in tasca in qualunque momento e mi permette di catturare quello che voglio anche quando non avevo programmato di farlo. Il secondo è che con il telefono sono leggero e poco aggressivo: per tante persone trovarsi un obbiettivo puntato addosso è come se gli stessi puntando addosso un kalashnikov. Questo si unisce alla qualità delle riprese che spesso ormai supera quella di molte fotocamere e videocamere.
Ma cosa è successo secondo te a tutti gli studenti che ti avevano promesso aiuto e poi non si sono presentati?
La spiegazione che mi sono dato è che in tanti ci sia la percezione che tutto sia facile – una percezione che il mondo di Internet contribuisce a rafforzare: che il successo, in questo caso online, arrivi per caso, con un po' di entusiasmo e poco altro. Ecco allore che quando si tratta di passare dall'idea di fare una cosa bella a quella di rapportarsi con il lavoro che c'è dietro, in tanti pensano che non valga l'investimento: chi ha le lezioni da seguire, chi il fidanzato o la fidanzata…
Cosa hai dovuto imparare a fare che prima non sapevi fare?
È la prima volta che organizzo qualcosa del genere, quindi veramente molte cose. Mi sono lanciato in questo evento con l'entusiasmo di un ragazzetto, quell'entusiasmo che poi man mano che cresci perdi, ma che a me piacerebbe mantenere. Una volta che ti lanci in questo modo in qualcosa poi quando ci sei dentro piangi, ma ci sei anche talmente dentro che in qualche modo devi cercare di portarla a termine. E così ho fatto, un imprevisto dopo l'altro.