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Così Facebook guadagnerà con Libra

In un interessante dibattito con il deputato USA David Kustoff, Mark Zuckerberg ha spiegato le modalità con le quali Libra potrebbe generare profitto a Facebook: “Potrà sembrare strano, ma il profitto non è il nostro primo oggetto di discussione”, ha spiegato il CEO del social. Omettendo però alcuni piccoli particolari.
A cura di Dario Caliendo
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Libra produrrà profitto per Facebook, contribuendo all'aumento del numero dei post sponsorizzati. È questa, in soldoni, la spiegazione data da Mark Zuckerberg all'udienza di Capitol Hill, in risposta ad una domanda posta dal deputato David Kustoff che ha sottolineato, senza andarci troppo piano, come il progresso tanto pubblicizzato dal CEO di Facebook possa essere in gran parte beneficio per l'azienda.

Il dibattito tra Zuckerberg e il deputato

"Quando ha avuto questa idea ed è andato a discutere con il suo consiglio di amministrazione, in che modo ha spiegato le modalità con le quali Libra e Calibra avrebbero potuto generare profitto per Facebook?", ha domandato il Kustoff a Zuckerberg,

"Beh deputato, potrebbe non crederci, ma in realtà il profitto non è la prima cosa di cui parliamo in azienda" – ha risposto Zuckerberg -"Ci concentriamo sulla costruzione di servizi che creeranno valore nella vita delle persone e crediamo che, se lo facciamo, potremo finalmente essere in grado di ottenere parte di quel valore".

Ma anche se le filosofiche parole di Zuckerberg potrebbero far etichettare la sua azienda quasi come una società non profit, ragionandoci e analizzandone le dinamiche sembra ormai sempre più chiaro che lo scopo di Facebook sia quello di accaparrarsi una fetta più ampia del mercato pubblicitario online, e una delle modalità con cui vuole provare a farlo è spingere (con Libra) l'aumento degli acquisti online rispetto ad altre piattaforma come, ad esempio, Amazon o Google.

"Il modo in cui Libra e Calibra aiuteranno Facebook nel tempo è spiegato dal fatto che fondamentalmente il nostro sistema di annunci è un'asta" – ha spiegato il CEO del social network – "Per le piccole imprese non non c'è una tariffa fissa da pagare: si fa un'offerta ed ognuno è libero di quantificare il valore delle pubblicità o le loro prestazioni. Ciò che vendiamo è sostanzialmente l'eliminazione dell'attrito tra un cliente e l'azienda che sta vendendo un prodotto, e se questa operazione va a buon fine, allora le aziende continueranno a sponsorizzare, magari aumentando il numero degli investimenti".

Nulla di nuovo, in effetti, ma è proprio qui che entra in gioco il sistema di pagamento di Facebook: valutando le dinamiche di interazione nel social network, è chiaro che l'arrivo di un sistema di pagamento interno potrebbe semplificare ancora di più il processo di compravendita che avviene tramite i post sponsorizzati, creando delle transazioni dirette tra clienti ed aziende, aumentando quindi il tasso di conversione e rendendo questa particolare modalità di vendita ancora più "conveniente" per chi vuole vendere.

Il che vuol dire, senza entrare troppo nei tecnicismi che, con il tempo, le aziende si renderanno conto che pubblicizzare i propri prodotti sul social network ed accettare pagamenti diretti tramite Libra farebbe aumentare le vendite e, quindi, aumenterebbero il numero di post sponsorizzati su Facebook.

Ma Zuck ha omesso un piccolo particolare

E se la spiegazione di Zuckerberg fila senza troppi intoppi, nel dibattito con il deputato USA il CEO di Facebook ha omesso (forse volontariamente?) un particolare molto importante: su Libra ci saranno delle commissioni di transazione. Ed è proprio questa la parte fondamentale che contraddistingue la moneta di Facebook (che a Zuck tanto piace definire come una modalità di pagamento) dalle criptovalute decentralizzate che, in realtà, non hanno alcuna tariffa.

E se l'effettiva conversione di Libra in una delle monete locali potrebbe essere complessa, le aziende e le persone potrebbero essere spinte a fare investimenti pubblicitari sulla piattaforma, perché sulle altre il processo potrebbe essere più complicato e meno remunerativo. Insomma, il punto potrebbe essere proprio questo: semplificando il processo di compravendita, aumentando la conversione per le aziende e quindi spingendole a sponsorizzare ancora di più, farebbe aumentare sensibilmente gli introiti di Facebook, che sarebbero rifocillati per benino anche dal tasso di conversione tra valuta digitale e moneta di Stato, e dalle commissioni di transazione.

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