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Cyber Security Law, in Cina la legge sulla cybersicurezza contro la libertà

Dal primo giugno in Cina entra in vigore la Cyber Security Law (CSL), la nuova legge voluta dal presidente cinese Xi Jinping che accentra ancora di più la gestione del web.
A cura di Matteo Acitelli
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Dal primo giugno in Cina entra in vigore la Cyber Security Law (CSL), la nuova legge voluta dal presidente cinese Xi Jinping che accentra ancora di più la gestione del web. Tra qualche giorno, infatti, tutti i dati online di chi vive e lavora in Cina dovranno passare sui server cinesi, giustificata dalle numerose minacce degli hacker e del cyber terrorismo, nonostante proprio nelle ultime settimane numerosi ricercatori hanno evidenziato che il ransomware WannaCry sia partito proprio dalla Cina.

La nuova legge sulla cybersicurezza in Cina metterà limiti anche ai Vpn, le applicazioni utilizzate da diversi utenti cinesi per oltrepassare la censura web del Paese. A sostegno di questa nuova legge il China Daily, il giornale più diffuso in lingua inglese, che giustifica la Cyber Security Law evidenziando che "l'utilizzo di Internet può beneficiare la gente e il paese". La Cina ha ormai una popolazione più grande di quella dell'Unione europea: 730 milioni di utenti attivi e 700 milioni di utenti di telefonini, numeri da capogiro in grado di sviluppare un business legato ai portali di e-commerce che secondo le stime nei prossimi tre anni supererà i 5.500 miliardi di dollari.

Nonostante i giornalisti del China Daily sottolineano che questa nuova legge non deve far preoccupare gli operatori esterni alla Cina, che "tramite la nuova legge sulla cybersicurezza dovrebbero sentirsi più protetti", le camere di commercio di Europa, America, Giappone, Australia, Corea del Sud protestano evidenziando che spostare tutti i dati sui server cinesi "aggiungerà oneri costosi, restringerà la competizione, ridurrà la sicurezza dei prodotti e metterà a rischio la privacy dei cittadini cinesi". Già da tempo anche gli attivisti cinesi utilizzano server stranieri per diffondere in Rete informazioni che altrimenti verrebbero censurate, si pensi ad esempio al New York Times che ad inizio anno si è visto rimuovere l'app per smartphone dall'App Store cinese poiché "violava le leggi locali".

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