Da “internet of things” a “internet of everything”: esplode la Rete
Secondo le stime di Cisco il 99,4% degli oggetti fisici non è ancora connesso. Solo 10 miliardi di oggetti dei 1.500 miliardi disponibili sono connessi a livello mondiale, mentre, a un livello più personale, esistono circa 200 oggetti collegabili per singolo individuo.
Questi sono solo alcuni dei numeri contenuti nel Rapporto Cisco 2013 sullo stato di internet, che porta a prevedere un passaggio di consegna dall'internet delle cose all' internet ovunque.
Oggi è sempre più alto il numero di oggetti connessi ad una velocità tale da rendere effettuabili operazioni sempre più articolate: questa è la porta da cui sta entrando "internet of everything", pronto ad avvolgerci completamente entro il 2022.
Lo scopo della connessione "olistica" è quello di ottimizzare il funzionamento di qualsiasi oggetto – dal frigorifero, alla sveglia, al forno – parte integrante di una rete fatta di "persone, processi, dati e oggetti", secondo la definizione fornita da Cisco.
Internet of everything in poche righe
Sono cinque i fattori chiave che determinano il valore potenziale stimato per l'IoE: 1) utilizzo delle risorse (riduzione dei costi) per un valore di 2.500 miliardi di dollari; 2) produttività dei dipendenti (maggiore efficienza) per un valore di 2.500 miliardi di dollari; 3) supply chain e logistica (eliminazione degli sprechi) per un valore di 2.700 miliardi di dollari; 4) esperienza dei clienti (incremento della clientela) per un valore di 3.700 miliardi di dollari; 5) innovazione (riduzione del time-to-market) per un valore di 3.000 miliardi di dollari.
La spinta all'IoE viene dalle tendenze tecnologiche che si stanno delineando – dal cloud computing e mobile computing, ai Big Data, all'incremento della capacità di elaborazione, la larghezza di banda, il passaggio dal protocollo IPv4 all'IPv6 – e dall'economia del settore che sta dando una spinta propulsiva al nuovo "internet phenomenon", con un margine ancora da colmare di circa il 99,4% (questo sarebbe secondo Cisco il numero di oggetti non ancora connessi che un giorno verranno inglobati nell'IoE).
Come possono adeguarsi le aziende e prendere questo treno in corsa?
"I leader dovrebbero iniziare a trasformare le proprie aziende prendendo in considerazione i risultati delle esperienze reali già disponibili. Queste esperienze comprendono smart grid, edifici e fabbriche "intelligenti", l'uso di connessioni nei settori dell'assistenza sanitaria, dell'istruzione privata, dei trasporti commerciali su strada, del marketing e della pubblicità e, infine, nel settore del gioco e dell'intrattenimento" (Rapporto Cisco, 2013).
Da un punto di vista settoriale, quattro settori su 18 costituiscono più della metà del valore potenziale totale: il settore manifatturiero contribuisce con il 27%, il commercio al dettaglio con l'11%, i servizi informativi con il 9% e il settore finanziario e assicurativo con il 9%. I restanti 14 settori variano tra il 7% e l'1%.
Da un punto di vista geografico, Stati Uniti (4.600 miliardi di dollari) ed Europa Occidentale e Orientale contribuiscono al valore potenziale più delle altre macro-regioni, anche se occorre considerare anche il valore di ogni singolo settore nella specifica area geografica in esame. Il valore potenziale in Cina, per esempio, dipende soprattutto dalla crescita economica relativamente rapida del paese, derivante principalmente dal settore manifatturiero. Negli Stati Uniti e in Europa le opportunità del potenziale di IoE risiedono, invece, nel settore dei servizi.
Un ruolo chiave verrà giocato dall'aspetto "tutela della privacy". Con l'incremento nell'utilizzo dell'internet of everything, infatti, si porranno sempre più i problemi connessi alle funzioni di sicurezza integrate nei sistemi, così come all'uso di policy rivolte alla protezione dei dati confidenziali degli utenti e delle aziende connesse alla rete.