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Da oggi Instagram chiede l’età ai suoi utenti: accesso vietato ai minori di 13 anni

La novità riguarderà solo i nuovi iscritti, ai quali verrà chiesto di inserire la propria data di nascita per verificare che abbiano effettivamente più di 13 anni e controllare se siano o meno maggiorenni e proteggere i minori con misure di privacy più restrittive. Il metodo annunciato però non si annuncia particolarmente efficace.
A cura di Lorenzo Longhitano
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A partire da questi giorni Instagram inizierà a controllare l'età dei nuovi utenti per impedire che alla piattaforma si iscrivano minori di 13 anni, ma non solo. La novità è stata anticipata dal social in questi giorni con un intervento sul blog aziendale ma il nuovo sistema di controllo è già stato attivato: le informazioni ottenute rimarranno private (il social non pubblicherà la data di nascita chiesta agli utenti) ma serviranno comunque per capire con che tipo di iscritto gli algoritmi del social hanno a che fare – in particolar modo se maggiorenne oppure no.

In realtà il social non opererà verifiche particolarmente complesse in questo senso, anzi: si limiterà a chiedere ai nuovi utenti in fase di iscrizione di comunicare al sito la propria data di nascita fidandosi del valore da loro immesso. Per coloro che desiderano iscriversi utilizzando come credenziale il proprio profilo Facebook, il social fotografico utilizzerà invece le informazioni anagrafiche provenienti dalla piattaforma di Mark Zuckerberg.

Le misure comunicate non suonano però particolarmente efficaci come metodo per escludere i minori di 13 anni dall'iscrizione: innanzitutto Instagram non avrà modo di verificare con assoluto grado di certezza l'età degli iscritti; inoltre chi è già iscritto non subirà alcuna richiesta del genere, e i minori di 13 anni che già frequentano le pagine del social potranno continuare a farlo senza problemi.

In questo modo però l'azienda ottiene due risultati importanti: in primo luogo può implementare misure di privacy aggiuntive per chi si dichiara minorenne, mettendosi al riparo dall'accusa – che le è già stata mossa negli Stati Uniti – di somministrare pubblicità mirate a una categoria di utenti protetta. In secondo luogo – potendo distinguere i minorenni dai maggiorenni – il gruppo potrebbe effettivamente decidere di inoltrare a questi ultimi annunci pubblicitari relativi a prodotti vietati ai minori, cosa che finora non aveva preso in considerazione di fare, o semplicemente utilizzare l'età comunicata dai nuovi iscritti per proporre loro pubblicità più pertinenti.

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