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Da Sony stop ai contenuti ammiccanti su PlayStation 4: nuove regole imposte agli sviluppatori

La conferma arriva da Sony al Wall Street Journal, ma le motivazioni precise alla base della decisione non sono state diffuse ufficialmente. Fonti interne al gruppo riferiscono però che potrebbero avere a che fare con il movimento #MeToo e con l’esplosione delle piattaforme di streaming a tema videoludico.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Stop alla sessualità osteggiata e ai contenuti troppo espliciti: è il nuovo corso intrapreso da Sony nelle linee guida relative a ciò che potrà comparire nei videogiochi in commercio per la console PlayStation 4. A riferirlo è stato per primo il Wall Street Journal, al quale un portavoce statunitense ha raccontato che le nuove regole (delle quali non sono stati però diffusi i dettagli) aiuteranno gli sviluppatori "a creare titoli ben bilanciati sulla sua piattaforma" in modo che i videogiochi "non interferiscano con il sano sviluppo" dei più giovani.

Alla base della decisione — ma in questo caso le fonti interne a Sony del Wall Street Journal hanno preferito rimanere anonime — ci sarebbero due fattori legati tra loro a doppio filo. Il primo sarebbe niente meno che il fenomeno #MeToo, il movimento contro la discriminazione e la violenza sessuale sul posto di lavoro (e non solo) che avrebbe contribuito a sensibilizzare giocatori e grande pubblico nei confronti di eventuali titoli che oggettifichino il corpo femminile. Il secondo sarebbe l'esplosione dei servizi di streaming a tema videoludico come Twitch, grazie ai quali i giocatori possono trasmettere in tutto il mondo la propria esperienza con titoli il cui acquisto è a volte possibile solo in determinate aree geografiche.

La società — continua a riportare dalla sua fonte anonima il Wall Street Journal — teme insomma di "diventare il bersaglio di azioni legali e proteste". Le preoccupazioni avrebbero hanno come oggetto in particolare alcuni titoli di provenienza giapponese, nei quali da sempre nudità e temi sessuali vengono trattati con meno inibizioni e tabù, ma che potrebbero essere visti come degradanti da un pubblico legato di provenienza occidentale. Quali che siano le motivazioni, la scelta rischia di indispettire non solo gli sviluppatori che hanno già giochi in produzione per la console Sony e devono rivederli per venire incontro alle nuove linee guida, ma tutti coloro che pianificano l'uscita di un titolo su due piattaforme.

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