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Datagate, Apple risponde alle accuse di condividere i dati personali degli utenti con il Governo americano

Dopo Facebook e Microsoft anche Apple pubblica i dati le relativi alle richieste governative del caso Datagate rassicurando i propri utenti sui tipo di informazioni condivise.
A cura di Daniele Cretella
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Cupertino si difende dalle accuse. Non c'è alcun dubbio che quello del c.d. Datagate corrisponda ad uno dei punti più oscuri della Presidenza di Obama. Una vera e propria ferita aperta sulla privacy degli utenti statunitensi che difficilmente riuscirà ad essere ricucita. Migliaia di telefonate, mail, messaggi di testo ed una miriade di dati personali sarebbero stati registrati ed analizzati dalle autorità governative statunitensi per motivi di sicurezza. "Uno strumento contro il terrorismo adottato da Repubblicani e Democratici in maniera congiunta" – così Obama aveva descritto il programma segreto PRISM all' indomani delle prime accuse da parte dei media.

Alla stregua di quanto fatto nel corso delle scorse ore da Facebook e Microsoft, anche Apple ha recentemente pubblicato un documento sul suo sito ufficiale per chiarire il suo coinvolgimento all' interno del programma governativo. Sarebbero state tra 4.000 e 5.000 le richieste avanzate per la visualizzazione dei dati personali degli utenti custodite nei data base dell' azienda di Cupertino tra il 1 Dicembre 2012 ed il 31 Maggio 2013, con un coinvolgimento di circa 10.000 dispositivi tra quelli venduti sul territorio statunitense. Ognuna delle richieste, allegata all' ordinanza di un tribunale, sarebbe stata esaminata dal team di legali di Apple negando l' accesso ai dati nei casi ritenuti meno trasparenti.

La maggior parte delle richieste, comunque, avrebbe riguardato casi di furto, rapimento e tentativi di omicidio. L' azienda di Cupertino ha, però, precisato che ci sono alcune categorie di dati che non è possibile condividere. Si tratta, ad esempio, dei contenuti degli iMessage, delle chiamate con FaceTime e le ricerche effettuate con Siri. Anche volendo, infatti, sarebbe particolarmente difficile associare tali dati ai rispettivi utenti a causa di una complessa cifratura. Soltanto gli utenti interessati sarebbero, dunque, in grado di accedere a tali informazioni.

Il documento di Apple, pubblicato a seguito delle dovute richieste governative, servirà certamente a calmare le acque attorno al caso Datagate, ma l' impressione è sempre più quella di trovarsi soltanto di fronte alla cima di un iceberg.

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