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Datagate, dopo la scoperta di XKeyscore arrivano le dichiarazioni di difesa dell’NSA

L’annuncio è stato accompagnato dalle dichiarazioni dell’Agenzia Usa per cui gli analisti non operano liberamente.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Dopo il caso Prism e di conseguenza quello del Datagate si complica ulteriormente la situazione vista la scoperta di un ulteriore sistema di sorveglianza: Xkeyscore, pensato per intercettare email, chat, cronologia di ricerca di milioni di cittadini. Le nuove rivelazioni sul programma dell'Nsa estrapolate dai documenti forniti da Edward Snowden, sono state però accompagnate tempestivamente dalle risposte dell’Nsa.

A parlare è il capo dell’Agenzia di sicurezza americana, Keith Alexander, che ha difeso i programmi di sorveglianza. Innanzitutto, spiega Alexander come gli analisti dell’Nsa non avrebbero l’accesso così diffuso e incontrollato dichiarato dai media, e ognuno dei dipendenti non può operare liberamente. Un training adeguato, audizioni interne, controlli da parte del Congresso e protezioni tecniche sul luogo impediscono di abusare del proprio compito di sorveglianza.

Alcune slide durante il suo intervento hanno cercato di chiarire il funzionamento dei programmi al centro del Datagate, puntando l’accento sul fatto che la Nsa non raccoglie tutte le informazioni. L’agenzia ad esempio ha accesso al numero di chi chiama e riceve, alla loro localizzazione, alla durata della comunicazione, al fornitore dei metadati e basta, nessun contenuto della chiamata né dei messaggi di testo però viene considerato dall’Nsa. Chiaramente questo cambio tutto con Prism, in cui i dati collezionati effettivamente permettono di accedere ai contenuti delle email, anche se solo per gli indirizzi stranieri, anche se come ammesso le comunicazioni degli americani sono state intercettate.

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