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Ddl Diffamazione, ecco cosa prevede il disegno di legge approvato alla Camera

La Camera ha approvato il testo del Ddl Diffamazione, dando il via libera ad un testo che nel corso di questi mesi ha subito diverse modifiche che hanno infatti eliminato alcuni passaggi che correvano il rischio di mettere un vero bavaglio all’informazione italiana. Ecco cosa prevede il Ddl.
A cura di Francesco Russo
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La Camera ha approvato il testo del Ddl Diffamazione, dando il via libera ad un testo che nel corso di questi mesi ha subito diverse modifiche che hanno infatti eliminato alcuni passaggi che correvano il rischio di mettere un vero bavaglio all'informazione italiana. La parte del Ddl che più è stata al centro del dibattito parlamentare, e non solo, è stata sicuramente quella relativa all'art. 1. Con 207 voti a favore, 65 contrari e 7 astenuti, la Camera approva il testo per cui sparisce definitivamente il carcere per i giornalisti, restano però le forti pene pecuniarie fino a 50 mila euro. Alla fine la Camera approva il dd con 295 voti favorevoli, 3 contrari e 116 astenuti.

Il passaggio alla Camera del Ddl Diffamazione assume una certa importanza per via delle modifiche profonde apportate al testo e che, per questo motivo, ritorna al Senato per la lettura e l'approvazione finale. La Camera ha approvato i tre articoli su cui si era concentrato il dibattito parlamentare, in particolare sul primo articolo che in una precedente versione, discussa al Senato, comprendeva anche il carcere per i giornalisti colpevoli del reato di diffamazione.

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Dal Ddl che esce dalla Camera vengono esclusi anche i Blog che in una fase durante i lavori in Commissione erato stati chiamati in causa.

Cosa prevede il Ddl

Pene pecuniarie e stop al carcere

L'articolo 1, approvato con 207 voti a favore, estende l'applicazione della norma anche alle testate giornalistiche online registrate presso le cancellerie dei tribunali. Viene modificata la "rettifica" che adesso deve essere pubblicata entro le 48 ore, senza commento, senza risposta, senza titolo e con l’indicazione del titolo dell’articolo ritenuto diffamatorio, dell’autore dello stesso e della data di pubblicazione. Per quanto riguarda le testate online resta la stessa disciplina e la rettifica deve avere le stesse caratteristiche grafiche del sito, stessa metodologia di accesso e la stessa visibilità della notizia ritenuta diffamatoria. Nel caso in cui non si rispettassero i termini delle 48 ore, scatta immediatamente la sanzione pecuniaria che va da un minimo di 8 mila euro ad un massimo di 16 mila euro.

La diffamazione resta quindi punibile con pene che vanno da 5 mila a 10 mila euro. E se la diffamazione consiste nell'attribuzione di un fatto determinato falso, e venga dimostrata la consapevolezza della falsità, in quel caso la pena sale da 10 mila fino ad un massimo di 50 mila euro.

Responsabilità del direttore

L'articolo 2 del Ddl Diffamazione modifica il codice penale e fa riferimento alle responsabilità del direttore, o vicedirettore, responsabile che risponde dei reati commessi con il mezzo della stampa, della diffusione radiotelevisiva o con altri mezzi di diffusione se la diffamazione è conseguenza della violazione dei doveri di vigilanza sul contenuto della pubblicazione. In ogni caso la pena è ridotta di un terzo e non si applica la pena accessoria dell’interdizione dalla professione di giornalista. Sempre l'articolo 2 disciplina anche le pene per il reato di ingiuria, attualmente punito con la pena della reclusione fino a sei mesi o della multa fino a 516 euro.

Liti temerarie

Nel caso di querela temeraria, il querelante può essere condannato anche al pagamento di una somma che va da mille ad un massimo di 10 mila euro in favore della cassa delle ammende. Colui che è in malafede o  ritenuto responsabile di colpa grave in sede di giudizio civile a fini risarcitori rischierà, oltre al rimborso delle spese e al risarcimento, di dover pagare a favore del convenuto un'ulteriore somma determinata in via equitativa dal giudice che dovrà tenere conto dell'entità della domanda risarcitoria.

Ingiuria e Diffamazione

Anche nel caso di ingiuria e diffamazione tra privati sparisce il carcere ma aumentano le multe: fino a 5 mila euro per l'ingiuria e fino a 10 mila euro per la diffamazione. Le pene si applicano anche in caso di reati riconducibili ad offese via internet.

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