Dopo lo scandalo Uber sempre più donne della Silicon Valley denunciano le molestie
Dalle pagine del quotidiano statunitense Usa Today arriva la notizia che sempre più donne nella Silicon Valley stanno trovando il coraggio di denunciare le molestie. In seguito alle accuse di sessismo e molestie interne a Uber, uno dei motivi che ha portato alle dimissioni del CEO Travis Kalanick, sei dipendenti del fondo d'investimento Binary Capital hanno accusato il co-fondatore della compagnia Justin Caldbeck di "avances inopportune e indesiderate".
La denuncia ha portato il 40enne a consegnare le dimissioni dall'azienda, portando sempre più donne a convincersi a parlare e portare alla luce situazioni analoghe. Come dichiarato da Kate Mitchell di Scale Venture Partners ai microfoni di Usa Today: "Spero che vedremo non solo molte più donne parlarne e venire ascoltate. Ma anche più uomini che prendano posizione e dicano: tutto ciò è intollerabile". Secondo la ricerca "Elephant in the Valley" condotta su 210 donne impiegate nelle aziende tecnologiche della Silicon Valley, sei su dieci subiscono approcci sessuali non voluti, un dato preoccupante che fortunatamente sta portando diversi colossi dell'hi-tech a studiare soluzioni, impegnandosi a diversificare la forza lavoro.
Recentemente, ad esempio, il colosso di Mountain View Google ha annunciato che da pochi mesi è diventata la realtà tecnologica con la maggiore presenza femminile nel suo team di manager, un elemento particolarmente importante viste le critiche che stanno colpendo le aziende della Silicon Valley. All'interno di Apple invece degli 11 manager di alto livello è presente solo una donna: Angela Ahrendts, senior vice president del retail. Situazione leggermente migliore in Microsoft dove sono presenti 3 donne su 15 membri del team di top executive.