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E’ morto Dennis Ritchie, un innovatore e un grande uomo: senza “se”, senza “ma”

A pochi giorni dalla morte di Jobs, ci lascia un altro grande innovatore, qualcuno che ha fatto la storia della tecnologia. E’ morto Dennis Ritchie, padre del linguaggio di programmazione C e tra le figure cardine, insieme a Ken Thompson, dello sviluppo di Unix…
A cura di Anna Coluccino
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Dennis Ritchie RIP

Tutto ciò che abbiamo, oggi, lo dobbiamo in qualche modo a Dennis Ritchie. I software da lui creati ci consentono di comunicare a livelli che non avremmo mai immaginato e (senza di lui) non avremmo neppure potuto.

Dopo il giustificabilissimo tam tam mediatico seguito alla morte di Steve Jobs sarebbe doloroso assistere a un sostanziale silenzio mediatico sulla scomparsa di Ritchie. Ma non sarà silenzio. Perché la sua scomparsa verrà esaltata e non eclissata proprio dalla persistente eco che la scomparsa di Jobs continua a produrre.

Questa considerazione determina almeno due riflessioni:

Innanzitutto: quanto le parole e la capacità di ispirare e affascinare le platee (io non lo chiamerei semplicemente “marketing”… Sarebbe miope e decisamente riduttivo) contribuiscono a determinare la scalata ai vertici del successo più che le “capacità tecniche”?

In secondo luogo: quanto poco conta nella scala di valori della razza umana il concetto di accessibilità della tecnologia e rispetto di un codice di imprenditoria etico?

Dennis Ritchie è morto a 70 anni.
Dennis Ritchie non incantava le folle.
Dennis Ritchie non era un animale da palcoscenico, anzi, era un uomo timido e riservato. Ma ogni evento fondante della storia dell’umanità ha per protagonisti, da un lato, gli uomini che fanno la storia e –dall’altro- quelli che la raccontano, che la tramandano, e che –talvolta- la vendono.

Dennis Ritchie era l’inventore del linguaggio C, da cui poi sono stati elaborati C++, Javascript, Perl, Php e decine di altre emanazioni che, oggi, consentono alla maggior parte dei device che usiamo di esistere e funzionare.

Dennis Ritchie ha inventato Unix; si è laureato ad Harvard è stato insignito di svariati riconoscimenti tra cui il Premio Turing (nel 1983) e la Medaglia Nazionale della Tecnologia (nel 1998). James Grimmelmann ha affermato che “l’influenza di Ritchie rivaleggia con quella di Jobs, è solo meno nota”. Era uno straordinario innovatore e se oggi sto scrivendo questo articolo in sua memoria, e se voi potete leggerlo, in parte, è anche merito suo.

Ma non credo abbia molto senso paragonare uno innovatore puro a un innovatore-imprenditore a capo di un’azienda fondata sul profitto.

Dennis Ritchie ha lavorato in nome della tecnologia e del progresso, senza cercare la gloria e, come desiderava, è entrato nella storia dell'innovazione in punta di piedi ma lasciando segni profondissimi, senza che molti –fino ad oggi- neppure conoscessero il suo nome.

Eppure c’è una cosa che va considerata, qualcosa che potrà far storcere nasi e generare volti paonazzi di rabbia ma che rappresenta (purtroppo o per fortuna non sono argomenti che intendo approfondire) un’incontestabile verità: se oggi la morte di Dennis Ritchie avrà in minima parte l’eco che meriterebbe è perché arriva dopo quella di Steve Jobs. Una morte che ha aperto le menti, anche quelle critiche; menti che ora sono attente all’universo tecnologico molto più di quanto non lo fossero fino al 5 ottobre.

La morte di Dennis Ritchie risuonerà (certo senza assordare…) anche in ambiti che fuoriescono da quello geek, e questo perché si vorrà fornire una rabbiosa prova dell'esistenza di innovatori più geniali di Jobs e il cui contributo al progresso tecnologico è stato davvero determinante. Ed è verissimo, così com'è comprensibile la rabbia. Ma quanti si erano posti il problema, quanti si erano "arrabbiati" prima che la sua morte di Jobs innescasse l’interminabile frana mediatica che ne è seguita? Finora nessuno che non fosse ingegnere, informatico, giornalista tecnologico o –in qualche modo- addetto ai lavori aveva mai sentito pronunciare il nome di Dennis Ritchie. E se oggi sono in tanti a piangerne la morte lo si deve all’eco provocato dalla morte di Steve Jobs, che con la sua mastodontico impatto mediatico ha aperto una finestra su un mondo che solo fino a ieri era appannaggio dei pochissimi che se ne interessavano.

Ora molti sanno che Apple sfrutta gli operai in Cina.
Ora molti sanno che Jobs non era interessato a rivoluzionare il mondo in sé e per sé , ma a rivoluzionarlo per mezzo e nel nome di Apple.
Ora molti sanno chi è stato Dennis Ritchie per l’universo contemporaneo.

E questo scrive un gran bel finale in calce alla sua limpidissima storia di genio e innovazione.

Grazie Dennis.
Ti dedichiamo l’ovazione che meriti, pur non avendola mai cercata, riconoscendoti un ultimo premio: il plauso del mondo intero.

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