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Eric Schmidt: “Preoccupa la decisione della CGUE sul Safe Harbor”

Sulla decisione presa nei giorni scorsi dalla Corte di Giustizia Europea che ha dichiarato il Safe Harbor non più valido, è intervenuto anche il presidente della holding Alphabet, la società che comprende anche Google, Eric Schmidt. In una conferenza l’ex presidente di Google si è detto “molto preoccupato” della decisione della CGUE.
A cura di Francesco Russo
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Sulla decisione presa nei giorni scorsi dalla Corte di Giustizia Europea che ha dichiarato il Safe Harbor non più valido, è intervenuto anche il presidente della holding Alphabet, la società che comprende anche Google, Eric Schmidt. In una conversazione durante la conferenza su internet e politica "Virtuous Circle", e in parte pubblicata da Re/code, l'ex presidente di Google si è detto "molto preoccupato" della decisione della CGUE, dalla quale, secondo Schmidt, potrebbe scaturire la nascita di "internet per ogni paese" e se ciò accadesse "perderemmo uno dei più grandi successi dell'umanità.

Nei giorni scorsi la Corte di Giustizia Europea ha emanato una sentenza a proposito della class action "Europe vs Facebook" avviata dallo studente austriaco Max Schrems, insieme ad altri 25 mila utenti, contro il social network di Zuckerberg, colpevole di non custodire al meglio i dati degli utenti dopo lo scandalo della NSA rivelato da Edward Snowden.

Il Safe Harbor era stato messo in opera nel 2000 affinchè gli Usa garantissero lo stesso livello di protezione dei dati degli utenti garantito in Europa, ma in realtà oggi non è più così. E conseguenza di questo cambio di condizione è stato sicuramente lo scandalo del Datagate, lo scandalo rivelato da Edward Snowden e che ha pesantemente coinvolto la NSA. Secondo la sentenza della Corte di Giustizia Europea "l'approdo sicuro" oggi viene superato dalle autorità americane che, per esigenze di sicurezza nazionale consentono alle aziende americane di venire meno alle norme di tutela previste, rendendo "così possibili ingerenze da parte delle autorità pubbliche americane nei diritti fondamentali delle persone". Di conseguenza, i dati degli utenti europei non avrebbero quell'adeguato livello di protezione così come doveva essere garantito dal Safe Harbor.

Conseguenza di questa storica sentenza è che oggi aziende come Facebook o Twitter, e dunque anche Google, proprio perchè l'approdo sicuro non è più valido, si troverebbero nella condizione di affrontare situazioni legate alle privacy con i singoli stati e quindi di vedersi costretti a custodire i dati degli utenti in Europa e non più negli Usa, come è accaduto da 15 anni a questa parte. Ecco spiegato il riferimento di Schmidt quando diceva che il rischio è quello di veder nascere internet per ciascun paese.

L'occasione della conferenza è stata anche per Schmidt di parlare dell'arrivo di nuove aziende all'interno di Alphabet. Sulla loro entità, "dopo le prime 26 dovremo usare i numeri trascendenti come il pi greco", ha affermato ironizzando sulle 26 lettere dell'alfabeto inglese. "Ho incontrato gli amministratori delegati delle società di Alphabet esistenti e di quelle proposte. In futuro ci sarà molto da vedere".

Staremo a vedere quali saranno gli sviluppi da questo punto di vista.

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