Facebook analizza le emozioni degli utenti: ecco il report “What’s in your mind”
Con l'arrivo di Facebook, sociologi e statistici possono avvalersi di un nuovo strumento per provare a comprendere tendenze e mutamenti del mondo contemporaneo, ed era solo questione di tempo prima che qualcuno pensasse che era giunto il momento di analizzare alcuni status al fine di evidenziare l'andamento emozionale degli abitanti del pianeta. E chi poteva farlo meglio di Facebook in persona? Nasce, così, il progetto "What's in your mind?", una fotografia istantanea di circa un milione di status che intende scoprire in che modo gli utenti si relazionano a se stessi e agli altri, quali sono i temi a loro più cari e quelli che riscuotono maggior successo, il tutto a seconda dell'età e del momento del giorno in cui i pensieri vengono condivisi.
Chiunque si stesse ponendo il problema della privacy Facebook, può stare tranquillo: nessun essere umano ha mai visionato il milione di status in questione: ad operare l'analisi e la scrematura, infatti, è stato un computer. Il procedimento è molto semplice: una volta individuato un set di 68 parole corrispondenti a precisi modelli grammaticali e psicologici (pronomi, tempi verbali, parole che esprimono tristezza, allegria) il computer ha avviato la scansione degli status selezionati. Si è scoperto allora che i giovanissimi sono più concentrati su loro stessi, e che il sentimento che esprimono con maggior evidenzia e frequenza è la rabbia. Insomma, i post-adolescenti sono egocentrici (nell'accezione più letterale possibile del termine) e arrabbiati. Più che una novità, questo dato è una conferma di quanto sapevamo già da una mezza dozzina di secoli circa. Gli individui più maturi, invece, tendono a preferire pronomi personali "altri da sé" e il loro argomento preferito, in linea di massima, è la famiglia. Inoltre, si scopre che il momento del giorno in cui pensieri sono più ottimisti è l'alba, con il calar della sera, invece, gli argomenti e i toni si fanno via via più cupi.
Il dato più interessante venuto fuori dalla ricerca, però, riguarda l'atteggiamento degli utenti nei confronti degli status dei loro amici. Risulta, infatti, che sebbene gli status ad argomento vivace e ironico siano quelli che conquistano più "mi piace", quelli pessimisti e negativi raccolgono un maggior numero di commenti. In sostanza, gli status negativi danno vita ad una sorta di gara di solidarietà, a dimostrazione del fatto che il web 2.0 non ha ucciso le relazioni umane o (quantomeno) non ha inficiato la capacità degli essere umani di prendersi cura del prossimo.