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Facebook con Atlas lancia la sfida a Google sulla pubblicità

Se ne parlava già da qualche settimana, ma da oggi Facebook lancia ufficialmente Atlas, la nuova piattaforma di advertising che punta effettivamente agli interessi delle persone. Facebook estende il suo raggio d’azione in termini di pubblicità, consentendo anche agli inserzionisti di poter raggiungere nuovi utenti anche attraverso siti differenti. Tutto sulla base di ciò che si condivide sul più grande social network.
A cura di Francesco Russo
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Se ne è parlato molto nei giorni e nelle settimane scorse e alla fine è arrivato. Facebook da oggi lancia ufficialmente Atlas, la nuova piattaforma di advertising che punta effettivamente agli  interessi delle persone. In pratica con questa nuova piattaforma Facebook estende il suo raggio d'azione in termini di pubblicità, consentendo anche agli inserzionisti di poter raggiungere nuovi utenti anche attraverso siti differenti. E' la chiara sfida alla piattaforma DoubleClick di Google. Facebook ha comprato Atlas lo scorso anno da Microsoft per una cifra compresa tra i 30 e i 50 milioni di dollari e lo ha ristrutturato proprio allo scopo di permettere ai propri partner di realizzare annunci che possano essere visti dagli utenti da qualsiasi altra parte.

PepsiCo, l'azienda titolare del popolare brand del settore beverage Pepsi, è stato uno dei primi a firmare per l'utilizzo della nuova piattaforma e potrebbe cominciare da subito per lanciare una nuova bibita. Ma questa volta, grazie ad Atlas, il lancio verrebbe visualizzato da un ristretto numero di persone, proprio in base ai loro gusti e ciò che piace, condiviso su Facebook. Questo un po' il funzionamento, gli annunci vengono visualizzati sulla base degli interessi condivisi dagli utenti sul social network, e poi visualizzati anche al di fuori del social network stesso. Facebook ha fatto sapere di aver aperto trattative con Nielsen per rendere al meglio il monito raggio degli annunci.

E' chiaro che questa è una di quelle mosse che potrebbe sparigliare davvero il mercato, fino ad oggi saldamente (o quasi) nelle mani di Google. Se dovesse, quindi, andar bene, Facebook potrebbe entrare in un mercato di ben 140 miliardi di dollari l'anno. Per dare qualche numero, Google ad oggi padroneggia il mercato con una fetta di oltre il 30%, mentre Facebook arriva al 5,8%. Ma già a partire da questo anno, gli esperti prevedono un aumento della quota di mercato di Facebook che arriverebbe a 7,8%, staccando anche Microsoft e Yahoo.

E val la pena di ricordare anche che la società di Mark Zuckerberg ha chiuso il secondo trimestre, del 2014, con ricavi pubblicitari di 2,68 miliardi di dollari, contro i 14,36 miliardi di Google, che il mese scorso ha reso noto il test di un sistema per conoscere le abitudini degli utenti di smartphone e tablet. Questo grazie a una tecnologia che consente di collegare i comportamenti nell'uso di applicazioni e nella navigazione online da mobile. Il sistema permette di sapere chi clicca su un'inserzione che compare nelle app e viene quindi indirizzato al sito web dell'inserzionista.

E proprio sul Mobile Advertising si giocherà la sfida principale. Dei 17,7 miliardi di dollari, il valore del mercato, lo scorso anno Google ne ha portato a casa la metà e Facebook il 18%, anche se per quest'anno le stime son in crescita fino al 22%.

Rispetto quindi a questo nuovo modo di vendere pubblicità da parte di Facebook, ovviamente si sollevano molti interrogativi proprio sul metodo. E le preoccupazioni vertono come sempre sul discorso della privacy degli utenti. Ma come già accaduto in situazioni simili, Facebook sostiene che da questo punto di vista non ci sono problemi in quanto l'identità degli utenti resterà assolutamente inviolata.

Ma Facebook non sarà l'unica a cercare di sparigliare il mercato, secondo indiscrezioni riportate qualche settimana fa dal Wall Street Journal, anche Amazon starebbe lavorando per mettere a punto un piattaforma in grado di competere con Google AdWords. Insomma, il mercato della pubblicità, grazie anche al mobile, è in questo momento effervescente. E se la piattaforma di Facebook dovesse andare in porto, allora si che si aprirebbero davvero nuovi scenari.

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