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Facebook, ecco come avrebbe funzionato durante la Prima Guerra Mondiale [VIDEO]

La storia di un giovane che parte per la Grande Guerra e della sua famiglia che rimane ad attenderlo a casa. Una storia per incentivare l’uso dei social in campagne istituzionali che ha visto un grande successo sulla Rete.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Parliamo del lontano 1914 quando in tutto il mondo imperversava la Prima Guerra Mondiale. Anni difficili, in cui tutto sembrava aver raggiunto la fine e dove tutto sembrava dover rinascere proprio dalle macerie degli edifici abbattuti dalle bombe. Un evento storico incredibile che spesso viene raccontato forse troppo frettolosamente durante gli anni delle scuole ma che invece rappresenta un incontro di molteplici fattori mai vissuti prima e che mai si vivranno dopo.

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Facebook, Twitter, Instagram e tutta la tecnologia che oggi accompagna i nostri momenti più importanti sembra in qualche modo farci perdere l'importanza degli avvenimenti storici che hanno accompagnato proprio il primo grande conflitto. Per questo il Musee de la Grande Guerre di Pays de Meaux ha voluto riproporre ai giovani e non solo gli avvenimenti della prima grande guerra in modo però del tutto nuovo considerando una vera e propria "case history".

Il museo ha deciso di creare una campagna pubblicitaria che prendesse spunto dalla istruzione ma che riuscisse a catturare i lettori, giovani e non giovani, di una storia ambientata nel lontano 1914. Facebook 1914 narra quindi la vicenda, agli inizi del Novecento, di un giovane  Léon Vivien (qui trovate il profilo Facebook), partito per la guerra e della sua famiglia che rimane a casa ad aspettarlo. Tutto viene raccontato direttamente sul profilo del social network con date chiaramente del periodo della prima Guerra. L'attenzione del pubblico è stata dir poco devastante, visto che per 10 mesi la vicenda e gli aggiornamenti quotidiani hanno raggiunto migliaia di persone, che al termine sono state invitate a visitare il Museo per scoprire tutti i retroscena di tutta la vicenda e dei riscontri storici e capire se Leon è poi tornato a casa da moglie e figlio. L'invito sembra essere stato decisamente accolto visto che il Museo ha incrementato le visite di oltre il 45%.

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