L'Egitto è diventato il secondo paese a bloccare il servizio Free Basics, il nuovo nome dell'iniziativa Internet.org che punta a portare la connessione al web – limitata ma gratuita – e una serie di applicazioni nei luoghi più remoti e meno sviluppati del mondo. La scorsa settimana l'India aveva preso la stessa decisione, definendo il servizio come lesivo della neutralità della rete. Free Basics, infatti, da sì accesso al web, ma solo per visitare alcuni siti web, utilizzare una manciata di applicazioni e, ovviamente, sfruttare tutte le funzionalità di Facebook.
In Egitto l'iniziativa era arrivata da appena due mesi insieme alla compagnia telefonica Etisalat Egypt, partner di Facebook durante la fase iniziale. Fino al momento della chiusura, gli utenti registrati al servizio erano 3 milioni; di questi, un milione avevano avuto accesso al web per la prima volta in assoluto. "Siamo delusi dal fatto che Free Basics non sarà più disponibile in Egitto" ha commentato l'azienda in una nota. "Speriamo di risolvere presto questa situazione". Non è ancora chiaro chi abbia fatto chiudere il servizio, se l'agenzia che regola le telecomunicazioni nel paese o una terza parte.
Solo pochi giorni fa Mark Zuckerberg era tornato a difendere l'iniziativa con un editoriale pubblicato sulle maggiori testate indiane dove difendeva il suo progetto dalle critiche che lo accusano di minare i principi fondamentali che governano la neutralità della rete. "Sono sconcertato dalle critiche nei confronti di Free Basics. Sorprendentemente, nel corso dell'ultimo anno si è discusso a lungo di questo" ha scritto Zuckerberg nel suo editoriale. "Invece di voler offrire l'accesso ad internet gratuito alle persone, i critici continuano a diffondere falsità, anche se questo significa tagliare fuori dal web un miliardo di persone".