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Facebook, il Codacons avvia una class action contro Facebook: previsti risarcimenti

Il Codacons ha avviato la sua class action contro Facebook. L’associazione dei consumatori, l’unica al momento ad essersi mossa in questa direzione, ha deciso di lanciare negli Usa contro Facebook una class action in favore dei cittadini i cui dati sensibili siano stati utilizzati in violazione delle norme vigenti.
A cura di Francesco Russo
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Le conseguenze per Facebook si fanno sempre più pesanti in seguito allo scandalo Cambridge Analytica. Dopo l'apertura di un'istruttoria su Facebook "per informazioni ingannevoli su raccolta e uso dati", da parte dell'Autorità Garante della Concorrenza, e dopo la presentazione di un esposto presso la Procura di Roma, il Codacons avvia la sua class action contro Facebook. L'associazione dei consumatori, l'unica al momento ad essersi mossa in questa direzione, ha deciso di lanciare negli Usa contro Facebook una class action in favore dei cittadini i cui dati sensibili siano stati utilizzati in violazione delle norme vigenti.

Il caso Cambridge Analytica potrebbe avere conseguenze pesanti anche in Italia. Il Codacons, l'associazione dei consumatori italiana, ha deciso di avviare una class action contro la società di Mark Zuckerberg, lanciando un appello a tutti gli utenti italiani, che si sa essere 214.134  (ma potrebbero essere anche di più), che hanno scaricato l’applicazione “thisisyourdigitallife", l'app che raccoglieva i dati degli utenti poi ceduti dal ricercatore Aleksandr Kogan a Cambridge Analytica, a prendere parte alla class action promossa negli Stati Uniti, cha ha come obiettivo quello di "far ottenere ai cittadini il risarcimento del danno per illecito utilizzo dei propri dati personali".

"Dopo la Procura di Roma, anche l’Antitrust accoglie l’esposto del Codacons, unica associazione dei consumatori scesa in campo in Italia per tutelare gli utenti da possibili violazioni nell’uso dei dati sensibili degli iscritti a Facebook, spiega il Presidente Carlo Rienzi. "E la riprova che l’indagine è stata aperta a seguito di nostra denuncia sta nel fatto che l’Antitrust indaga proprio per la fattispecie da noi ipotizzata: quella di pratiche commerciali scorrette, sulla base di quanto segnalato dal Codacons”. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito dell'associazione codacons.it, dove viene indicato che "in caso di rinvio a giudizio si potrà, successivamente, effettuare la costituzione di parte civile allo scopo di ottenere il risarcimento dei danni subiti".

Intanto il Garante per la privacy italiano ha ricevuto le prime informazioni da Facebook, ma intende raccogliere ulteriori elementi per una piena valutazione del caso che ha visto coinvolti migliaia di cittadini italiani. Il Garante riceverà il 24 aprile Stephen Deadman, Deputy Chief Global Privacy Officer di Facebook. E nei prossimi giorni  i Garanti europei riuniti a Bruxelles discuteranno la proposta avanzata dall'Autorità italiana di estendere il mandato della task force, costituita a suo tempo per il caso Facebook/WhatsApp, anche alla vicenda Cambridge Analytica.

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