Facebook: “In Italia è presto per parlare di filtri contro le bufale”
A margine del Forum dell'Economia Digitale, evento organizzato da Facebook Italia e Confindustria, il country manager di Facebook Italia, Luca Colombo, ha parlato del tema delle fake news, ossia delle bufale che negli ultimi mesi hanno fatto molto discutere. Basti pensare al momento dell'elezione di Donald Trump come 45° presidente degli Stati Uniti d'America e di quanto le fake news condivise su Facebook in particolare, ma anche su altri social network, hanno finito per veicolare le opinioni degli utenti. Luca Colombo ha voluto sottolineare che da parte di Facebook l'attenzione verso le notizie false resta alta, lo dimostrano anche i recenti test attivati in Francia e Germania. Resta da capire quando si attiveranno anche in Italia: "Dire se e quando si faranno in Italia è difficile", dichiara il numero uno di Facebook in Italia.
Il tema delle notizie false non poteva non essere trattato all'interno del Forum dell'Economia Digitale, evento organizzato da Facebook Italia e Confindustria, e infatti Luca Colombo ha dovuto esprimere, a margine dell'evento, quella che è la posizione di Facebook su questo tema.
Colombo ha spiegato che "fare un test e renderlo globale e poi scoprire che non funziona non ha senso e in questo momento, come in tutte le operazioni che facciamo, prendiamo alcuni mercati pilota per vedere se i test funzionano e, in caso non funzionino, come farli funzionare". In effetti, non si conosce ancora l'esito dei test avviati di recente in Francia e Germania.
Secondo Colombo i test servono proprio per "capire come arrivare a una soluzione che sia effettivamente efficace per i consumatori". Per i test Facebook si appoggia a "organi esterni per sapere se quelle notizie che ci vengono segnalate dagli utenti sono o no fake news". "Questa dinamica – continua Luca Colombo – è quella sulla quale ci stiamo concentrando per dare una risposta al problema. Questi test che stiamo facendo hanno l’obiettivo di dare risposte efficaci e funzionali a questo problema che sentiamo e viviamo continuamente e che mi permetto di dire non è legato solo a mondo social, ma riguarda un po’ tutto il mondo dei media".