Facebook presenta il comitato di vigilanza: controllerà contenuti e libertà di parola
Su Facebook non si può dire o fare qualunque cosa: il social network ha delle regole precise sulla tipologia di contenuti ammessi sulle proprie pagine, e violarle può comportare la rimozione di post o il blocco del proprio account. Applicare le norme in modo infallibile però è impossibile: ciò che è offensivo per qualcuno non lo è per altri e in alcuni casi il confine tra libertà di espressione e tutela del benessere degli utenti si fa labile. Ecco perché da poche ore Facebook si è dotata di un organo di revisione speciale — una sorta di Corte d'Appello che prenderà decisioni sulle questioni più controverse che riguardano le violazioni avvenute sul social in tutto il mondo.
Il ruolo dell'Oversight Board di Facebook
Battezzato Oversight Board — ovvero consiglio di supervisione — il nuovo organo dovrà interpretare le regole di Facebook decidendo come applicarle di caso in caso, e in questo avrà un impatto sull'uso del social (e non solo) potenzialmente enorme: le decisioni che prenderà definiranno di volta in volta cosa sia una fake news e cosa non lo sia; cosa rappresenti un attacco alla privacy di un utente e cosa no; quando una espressione d'odio vada rimossa e quando invece sia ammessa, e via dicendo. Avrà il potere insomma di indicare a Facebook di rimuovere contenuti presenti sulle sue pagine o di far riammettere contenuti già rimossi — anche contro il parere di Facebook e soprattutto a livello globale, su una piattaforma sulla quale si esprimono e si informano due miliardi di persone.
Oversight Board, da dove arrivano i membri
L'Oversight Board è nato come un gruppo di 11 membri che è però destinato a crescere o restringersi in base a come il social riterrà necessario e arriverà probabilmente fino a 40 a breve. I componenti dovranno dimostrare di avere un ampio spettro di conoscenze sulle tematiche che riguardano il social e non solo, e non faranno parte del personale di Facebook ma saranno scelti da un comitato indipendente (e possono anzi essere proposti da chiunque con questo formulario); il loro mandato duterà 3 anni ma potrà essere rinnovato due volte, per un totale massimo di 9 anni, durante i quali saranno chiamati a esprimersi su casi controversi e con tutta probabilità di alto profilo.
La selezione dei casi
Con soli 40 membri a disposizione in effetti il consiglio non potrà seguire ogni singola richiesta da un potenziale pubblico di due miliardi di utenti; la maggior parte di queste continuerà dunque a essere gestita dal consueto team di moderatori. Piuttosto, all'interno dell'organo 5 membri si occuperanno di selezionare i casi più scottanti: ciascun caso selezionato verrà passato a un sottoinsieme di altri 5 membri all'interno del quale almeno uno dovrà essere in grado di comprendere la lingua dell'utente o del gruppo coinvolto nella controversia.
Decisioni all'unanimità o a maggioranza
Il gruppo di membri assegnati a ogni singolo caso verificherà — regolamento alla mano — se si tratti effettivamente di una violazione o se ci siano i margini per ribaltare la decisione presa dagli algoritmi di machine learning del sistema o dal team di moderatori, e in alcuni casi potrà arrivare a chiedere un intervento chiarificatore da parte dell'utente sanzionato. Il gruppo cercherà infine di giungere a una decisione unanime, ma se così non dovesse essere si esprimerà a maggioranza preoccupandosi poi di rendere note le ragioni della propria decisione.
Per il momento non sarà comunque possibile proporre nuovi casi all'Oversight Board. In questa prima fase infatti la corte d'appello di Facebook si occuperà chiudere tutti i dossier rimasti aperti sul tavolo dei dipendenti del social — in una sorta di test iniziale per rodare la macchina organizzativa. Nella prima metà del 2020 però anche gli utenti comuni avranno modo di richiedere l'intervento dell'organo a seguito di un potenziale torto subito.