Facebook, stop alla violenza sulle donne anche online
Facebook è contro la violenza nei confronti delle donne. Un messaggio chiaro che da Palo Alto vuole essere forte ed imperativo. Per questo gli addetti ai lavori hanno deciso di rivedere in modo importante tutte le linee guida sulla pubblicazione di contenuti espliciti su questo argomento. Facebook ha rimosso messaggi incriminati con contenuti decisamente fuori luogo.
La situazione ha avuto inizio dalle forti proteste di gruppi numerosi di utenti che direttamente o indirettamente si erano fatti sentire anche su Twitter. I contenuti, secondo alcuni attivisti come Everyday Sexism Project e WAM!, risultavano palesemente misogini partendo da alcune pagine del social network per arrivare anche ad immagini chiare e limpide con donne picchiate e brutalizzate, condite da ironie rozze. Una protesta oltretutto interessata non solo dagli utenti semplici indignati ma anche da importanti investitori, come Nissan e Unilever, che hanno bloccato qualsiasi loro inserzione sul grande social blu dopo che le loro campagne sono apparse proprio vicino agli incriminati post offensivi, soprattutto contro le donne. Tutto causato dal classico algoritmo che pone gli annunci in base alle ricerche effettuate dall'utente, ma che di certo colpivano in modo negativo le ignare aziende.
La prima risposta sulla questione da parte del social network non era tardata ad arrivare anche se lo stesso aveva decisamente sottovalutato il tutto dichiarando che "se non vi buttano fuori da un bar per una battuta pesante, allora non verrete neanche espulsi da Facebook". E' chiaro però come tutto il cosiddetto "odio mediatico" nei confronti delle donne non poteva continuare imperterrito e i dirigenti di Palo Alto hanno comunicato ufficialmente che su queste situazioni cambieranno le regole per chi pubblica contenuti e ci sarà maggiore controllo, come sarà possibile nei confronti dei titolari di essere denunciati.
Una mossa importante che avviene in un momento delicato per Facebook, che vede, secondo gli analisti, un importante calo delle preferenze da parte degli utenti e che non può assolutamente perdere le entrate dei più importanti inserzionisti che solo nei primi mesi del 2013 hanno portato nelle casse della società blu addirittura oltre un miliardo e mezzo di dollari. Cifre decisamente importanti che non possono essere perdute per semplice negligenza nei confronti della sicurezza.