No, Facebook non usa il microfono dello smartphone per spiare quello che di diciamo. Un'idea a riguardo, però, i tecnici dell'azienda ce l'hanno. Un brevetto depositato dall'azienda di Menlo Park contiene i dettagli di un complesso processo che consentirebbe al social network di attivare il microfono dello smartphone per registrare i suoni che lo circondano, comprese le conversazioni. L'obiettivo? Inviare questi dati all'azienda per consentirgli di analizzare le registrazioni. Legate, ovviamente, a contenuti pubblicitari.
Il funzionamento è semplice quanto preoccupante e si basa sull'attivazione del microfono dello smartphone causata da particolari suoni esterni. In breve, Facebook inserirebbe dei suoni inaudibili all'orecchio umano in contenuti come le pubblicità televisive; proprio questi elementi sarebbero in grado di attivare l'applicazione di Facebook e la registrazione dell'audio ambientale. In questo modo l'app registrerebbe discorsi e suoni relativi a quel preciso istante – e quindi alle reazioni alle pubblicità – per poi inviare all'azienda quella che Facebook definisce "un'impronta dell'audio ambientale".
Forse, però, non c'è da preoccuparsi troppo: Facebook ha dichiarato di non avere intenzione di implementare la tecnologia descritta dal brevetto. Ma quindi perché depositarlo? La risposta è semplice: come sottolinea Allen Lo, vice presidente del social network, "è una pratica comune quella di depositare i brevetti per evitare attacchi da altre aziende. A causa di questo, i brevetti tendono a focalizzarsi su tecnologie futuristiche che spesso sono solo speculazioni". Se però avete ancora dubbi, Lo chiarisce nello specifico che "la tecnologia di questo brevetto non è stata inclusa in nessuno dei nostri prodotti e mai lo sarà".