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Fornitore di Apple sotto accusa: lavoratori esposti a sostanze tossiche

La Catcher Technology, già nota in passato per aver violato il codice di condotta che il colosso di Cupertino impone alle aziende fornitrici, è di nuovo nel mirino. Secondo il China Labor Watch, nella fabbrica cinese dell’azienda gli operai sono costantemente esposti a sostanza chimiche nocive senza occhiali di protezione o guanti adeguati per proteggersi da qualsiasi contatto.
A cura di Francesco Russo
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A distanza di anni si torna a parlare delle condizioni di lavoro in cui operano i dipendenti dei fornitori di Apple. Un nuovo caso sta facendo discutere ed è quello relativo all'azienda taiwanese Catcher Technology, già nota in passato per aver violato il codice di condotta che il colosso di Cupertino impone alle aziende fornitrici. Stavolta l'azienda taiwanese è stata segnalata per le condizioni di lavoro a cui sono sottoposti i suoi dipendenti della fabbrica situata a Suqian, nella provincia di Jiangsu. Secondo il China Labor Watch, organizzazione indipendente nata nel 2000 per monitorare le condizioni dei lavoratori, gli operai di questa fabbrica sono costantemente esposti a sostanze chimiche nocive senza occhiali di protezione o guanti adeguati per proteggersi da qualsiasi contatto.

Non è la prima volta che fornitori di Apple vengono segnalati per le precarie e pericolose condizioni di lavoro a cui sono sottoposti. Una situazione che il colosso di Cupertino ha pensato di risolvere elaborando un codice di condotta che tutte le aziende fornitrici devono seguire. Ma, nonostante questo, un'altra azienda, la cinese Catcher Technology, che produce frame per iPhone e componenti per MacBook, viene segnalata per i pericoli a cui vengono esposti i lavoratori durante la loro giornata lavorativa che può essere anche di 10 ore al giorno. Il China Labor Watch ha rilevato che i lavoratori dell'azienda sono esposti costantemente a sostanze nocive senza protezione adeguata. Secondo il rapporto dell'organizzazione cinese, questi lavoratori operano con maschere protettive di carta, nonostante l'olio che serve per tagliare le case degli iPhone possa schizzare negli occhi. I guanti che utilizzano sono in cotone, una protezione inadeguata perché sempre a contatto con le mani, con la conseguenza di continue irritazioni cutanee.

I lavoratori della fabbrica non sono nemmeno dotati di dispositivi acustici per ripararsi dai rumori delle macchine che possono raggiungere e anche superare gli 80 decibel, una soglia che, secondo l'OMS (l'Organizzazione Mondiale della Sanità) nelle condizioni di lavoro può portare alla sordità a distanza di anni. Inoltre il terreno dell'azienda è intriso di petrolio. L'azienda, in ogni caso, non offre nessun tipo di assicurazione per preservare la salute dei dipendenti.

Per non parlare delle condizioni salariali dei lavoratori. La Catcher Technology paga 1,38 dollari a giornata per 55 ore settimanali, al mese diventano 302,84 dollari, ossia 247,6 euro (al cambio odierno), lavorando dal lunedì alla domenica, straordinari compresi e non retribuiti. Nel caso in cui un operaio volesse dimettersi, l'azienda non pagherebbe il salario rimanente. La Catcher Technology, in un comunicato, nega le condizioni di lavoro descritte dal rapporto del China Labor Watch, sostenendo di seguire attentamente il codice di condotta di Apple, soddisfando tutti i requisiti. Tuttavia, ha deciso di lanciare una indagine interna per verificare le condizioni di lavoro, definendo comunque "infondate" le informazioni diffuse dal China Labor Watch.

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