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Garante Privacy: app e siti web non proteggono i nostri minori

Il Garante per la Privacy ha reso noti i risultati dell’indagine avviata lo scorso maggio per verificare se i siti web e le app per smartphone più scaricate rispettano la privacy dei minori. Dai risultati emerge che nella maggioranza dei casi presi in esame, 21 su 35, non esistono adeguate protezioni e in 8 casi bisognerà procedere con verifiche ulteriori.
A cura di Francesco Russo
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Il Garante per la Privacy ha reso noti i risultati dell'indagine avviata lo scorso maggio per verificare se i siti web e le app per smartphone più scaricate rispettano la privacy dei minori. Dai risultati emerge che nella maggioranza dei casi presi in esame, 21 su 35, non esistono adeguate protezioni e in 8 casi bisognerà procedere con verifiche ulteriori. Di conseguenza, il risultato che emerge è che le app e i siti internet più utilizzati dai bambini italiani non tutelano adeguatamente la privacy dei piccoli utenti.

L'indagine è stata condotta in collaborazione con altre 28 Autorità internazionali del Global Privacy Enforcement Network (GPEN), in occasione del "Privacy Sweep 2015", evento dedicato proprio alla protezione sul web dei bambini di età compresa tra gli 8 e i 13 anni.

Per l'indagine, sono state prese in considerazione 22 applicazioni mobili e 13 siti internet appartenenti alle categorie educational, ai giochi, ai servizi online che offrono le tv, ai social network. Tutti molto popolari tra i bambini. Ebbene, il risultato che emerge dall'indagine è che sussiste una grave disattenzione verso i piccoli utenti della rete. E' stata riscontrata poca trasparenza relativamente alla raccolta e all'utilizzo dei dati personali e in merito anche alle autorizzazioni richieste per scaricare le app su smartphone e tablet. Riscontrata anche la presenza di pubblicità con l'elevato rischio che i bambini vengano poi dirottati verso siti sui quali non vige alcun tipo di controllo.

Queste le aree esaminate dagli esperti un cui le appe i siti non superano i test del Garante.

In tema di "identificazione del minore", in 25 su 30 casi si è riscontrato l'obbligo di registrarsi inserendo almeno l'indirizzo di posta elettronica; mentre in 20 bisogna indicare il proprio nome; poi, in 13 casi è necessario consentire l'accesso a foto e video presenti sullo smartphone, sul tablet o sul pc. E ancora: 19 tra siti e app registrano l'indirizzo IP; 18 l'identificativo unico dell'utente; 11 richiedono la geolocalizzazione del dispositivo utilizzato dal bambino.

Per quanto riguarda la "comunicazione dei dati personali a terze parti", in 23 casi è prevista la condivisione con altri soggetti dei dati personali raccolti.

Altra area è quella relativa alla "Pubblicità e acquisti". Qui è stato riscontrato che 23 tra siti e app includono banner pubblicitari di terze parti, e in alcuni casi non attinenti proprio al mondo dell'infanzia. In 22 casi il minore può essere reindirizzato fuori dal sito/app che utilizza in quel momento. E poi, alcune app consentono al bambino di procedere direttamente all'acquisto di prodotti e servizi.

Infine, in tema di "tutele per le privacy" sono pochi i siti e le app in cui è presente un'informativa privacy chiara e completa, o che consentono un utilizzo senza la richiesta di dati personali. Sono limitati anche gli strumenti, ad esempio parental control o chat preimpostate, adottati per aiutare i bambini a non diffondere, anche involontariamente, i propri dati personali.

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