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Gli investitori USA vanno alla ricerca di nuove startup in Italia

Anche in Italia il fenomeno delle startup inizia finalmente a prendere piede grazie all’ interessamento di nuovi finanziatori statunitensi e programmi di sviluppo.
A cura di Daniele Cretella
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Gli investitori statunitensi tornano a vedere l' Italia come una fonte di guadagno. E' stimata attorno ai 15 miliardi di dollari la somma corrispondente ai mancati guadagni derivanti dalla scarsa cooperazione tra Stati Uniti ed Italia nello sviluppo delle startup. A dichiararlo all' interno di una recente intervista tenuta per il Corriere della Sera è Fernando Napolitano, il presidente di dell' organizzazione no profit Italian business&investment initiative con sede a New York specializzata nella mediazione tra investitori statunitensi ed imprenditori emergenti italiani.

Nonostante la presenza indiscussa di talenti all' interno del Bel Paese, infatti, sarebbe ancora la scarsa comunicazione (anche a livello meramente soggettivo) il principale ostacolo per i gli investitori che restano quindi eccessivamente legati ad organi preposti alla mediazione. Basti pensare, ad esempio, che gli investimenti su territorio tedesco ammontano a circa 90 miliardi di dollari, mentre in Italia è riservata una quota corrispondente a poco più di un terzo. Secondo quanto riferito da Napolitano, infatti, soltanto nel corso degli ultimi 2 anni Italian business&investment initiative avrebbe finanziato una decina di imprese emergenti con base in Italia dedicate alla green economy, bio-tecnlogie ed aeronautica per una somma pari a circa 5 milioni di dollari.

Sulla stessa scia si pone il Fulbright Best, un programma di sviluppo legato direttamente alle università italiane che premia i maggiori talenti tra i laureati in ingegneria ed economia con borse di studio dedicate ad under 35. Il programma, finanziato parzialmente attraverso fondi europei ed adottato attualmente soltanto in Toscana ed Emilia Romagna (presto anche in Campania), prevede due mesi di studi presso strutture universitarie statunitensi ed una sorta di stage all' interno di un' azienda della Silicon Valley per una durata di sei mesi. I frutti derivanti da tale iniziativa sono sotto gli occhi di tutti considerando che nel corso degli ultimi sei anni sono stati circa 60 i laureati italiani che hanno partecipato al programma dando vita a 26 nuove aziende.

Insomma, l' Italia viene sempre più considerata dagli investitori statunitensi alla stregua di Israele che, grazie ad una fitta campagna di investimenti, oggi vanta il 60% delle imprese quotate all' interno del listino Nasdaq di Wall Street.

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