Solo l'11 percento delle immagini di Google rappresentano donne quando si cerca il termine "CEO", ma il dato dell'Office for National Statistics indica che la percentuale reale è pari al 36 percento. È una delle accuse che un nuovo studio avanza contro il colosso delle ricerche, la cui componente dedicata alle immagini mostrerebbe prevalentemente figure maschili e per questo risulterebbe essere sessista. Secondo lo studio, Google rappresenterebbe in maniera errata le donne in 19 di 30 lavori analizzati, mentre gli uomini sarebbero mal rappresentati solo in 10 lavori su 30.
"I risultati della ricerca indicano che i pregiudizi che a volte caratterizzano il web sono in grado di influenzare anche i risultati del motore di ricerca" ha risposto un portavoce di Google. "Ciò che mostriamo in Google Immagini rappresenta il riflesso dei contenuti presenti sul web, inclusa la frequenza con cui le immagini appaiono sui vari siti e il modo in cui vengono descritte online. I risultati non riflettono le opinioni di Google e come azienda supportiamo fortemente la diversità delle persone, le loro prospettive e culture". Il caso della scarsa presenza femminile all'interno dei risultati sarebbe quindi dovuta al funzionamento (segreto) dell'algoritmo e all'utilizzo che gli altri portali fanno di queste immagini.
Secondo lo studio, tra i lavori più colpiti da questa disparità si trovano i CEO, i cuochi e gli avvocati per quanto riguarda le donne e i piloti, i contadini e i giardinieri per quanto riguarda gli uomini. Il problema, soprattutto quando si parla di ruoli femminili nel mondo del lavoro, è che da una semplice ricerca – come, appunto, "avvocato" – su Google, i risultati falliscono nel restituire una percezione reale del dato di suddivisione dei ruoli tra i generi, spesso mostrando una predominanza maschile anche quando il distacco non è così marcato.