Google acquisisce Flutter, la startup impegnata nello sviluppo di nuove interfacce touchless
E' ufficiale. Un nuovo tassello va ad impreziosire il mosaico di acquisizioni di Google. Da poche ore, Flutter, start-up con sede a San Francisco, fondata da Navneet Dalal e Mehul Nariyawala, è stata totalmente acquisita dalla BigG.
Per chi non ne avesse mai sentito parlare, questa software house si è concentrata da sempre sullo sviluppo di tecnologie di riconoscimento dei gesti per l’utilizzo con interfacce standard (per esempio durante una videochiamata tramite webcam).
Nello specifico, la particolarità del loro software omonimo risiede nel fatto che invece di richiedere hardware separato, come ad esempio il Microsoft Kinect, Flutter fa uso della webcam integrata nel computer o nel Mac, ed è in grado di riconoscere i gesti delle mani di una persona da uno a due metri di distanza. Permette così di controllare iTunes, Spotify e gli altri principali servizi di streaming musicale, Windows Media Player, Winamp, Netflix ed infine YouTube.
Quando abbiamo iniziato tre anni fa, il nostro obiettivo di realizzare una tecnologia efficiente e onnipresente per il riconoscimento delle gesture era da molti considerato solo un sogno, non una reale possibilità. Da allora ci siamo impegnati per dar vita al miglior algoritmo visivo possibile e ad un’incredibile esperienza di utilizzo. Anche dopo il lancio della nostra prima app, non abbiamo interrotto le ricerche. Il vostro entusiasmo e supporto ci hanno portato a fare meglio. Ci sentiamo ispirati ogni giorno sapendo che, ad esempio, Flutter vi fa sentire un supereroe, perché ogni tecnologia sufficientemente avanzata dovrebbe essere indistinguibile dalla magia, giusto? Oggi, siamo felici di annunciare che continueremo le nostre ricerche per Google.
Con questa citazione di Arthur C. Clarke, anche il CEO Navneet Dalal conferma il raggiunto accordo con il gruppo di Mountain View (anche se al momento restano segreti i termini dell'accordo). Il software è attualmente disponibile per sistemi operativi Windows e Mac, dunque non è da escludere la possibilità di vedere la tecnologia impiegata anche sui Chromebook con piattaforma Chrome OS.