Google Books: continuano i problemi legali negli USA
"Come molti altri riteniamo l’accordo avesse il potenziale di offrire l’accesso a milioni di libri che sono difficili da trovare". Parola di Google Books o, meglio, di Hillary Ware, uno dei legali di una Google Books delusa per la sentenza del giudice Denny Chinn.
Il giudice di New York ha, infatti, bloccato l'accordo da 125 milioni di dollari che nel 2008 aveva concesso a Google di trovare il consenso della Authors Guild e della Association of American Publishers.
Google Books aveva, grazie a questo accordo, ricevuto il lasciapassare degli editori statunitensi, dopo la causa del 2005 che aveva posto gli stessi editori contro la digitalizzazione dei libri da parte di Google, rappresentando un pericolo per i diritti d'autore. Attraverso l'accordo, però, Big G assicurava un tornaconto economico ad ogni editore-autore, dividendo i guadagni ogni volta che una opera fosse stata visualizzata online.
Il tallone di Achille, sul quale verte la stessa sentenza del giudice americano, é rappresentato dai cosiddetti "libri orfani", ovvero quei volumi riportati alla luce e offerti ad un notevole numero di utenti attraverso la rete grazie a Google, ma dei quali nessuno può rivendicare i diritti d'autore, non avendone uno identificabile. In questo modo, Google Books é riuscito a creare una sorta di monopolio nella gestione, possesso e diffusione di queste opere.
Tutto, incluso il plurimiliardario accordo di Google, é stato ora rimesso in discussione dalla sentenza del giudice Chinn, il quale ha riconosciuto i grandi vantaggi offerti delle finalità di Google Books: ovvero, restituire o far conoscere vecchie opere dimenticate, attraverso la digitalizzazione dei volumi che sarebbero stati, così, fruibili da un elevatissimo numero di persone. Il giudice ha, però, ritenuto che tutto ciò non deve creare una situazione monopolistica per google, permettendogli, così, di aggirare le leggi di mercato concorrenziale.
La domanda che vi poniamo spesso quando parliamo di legalità e diritti d'autore online ve la riproponiamo ancora una volta: proteggere i copyrights significa ostacolare la diffusione on line di informazioni, contenuti e cultura? E" possibile una convivenza pacifica fra diritti d'autore e cultura per tutti, in rete?