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Google contro maggiori poteri per l’FBI: potrebbe controllare qualsiasi computer

In una lettera alla Commissione di Washington sulla procedura penale, Google si oppone con forza alla proposta di modifica della legge di procedura penale federale avanzata dal Dipartimento di Giustizia Usa che permetterebbe all’FBI di poter estendere le indagini consentendo l’accesso remoto per cercare informazioni.
A cura di Francesco Russo
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In una lettera alla Commissione di Washington sulla procedura penale, Google si oppone con forza alla proposta di modifica della legge di procedura penale federale (Federal Rule of Criminal Procedure 41) avanzata dal Dipartimento di Giustizia Usa (il Ministero della Giustizia) che permetterebbe all'FBI di poter estendere le indagini consentendo l'accesso remoto per cercare informazioni, quindi anche ai computer, dietro un mandato che di fatto estende questi poteri investigativi. Il dibattito è molto acceso in questi giorni negli Stati Uniti in quanto si è appena conclusa una discussione pubblica alla quale la casa di Mountain View risponde con una lettera lanciando l'allarme sul fatto che tale modifica consentirebbe all'FBI di accedere a qualsiasi computer nel mondo.

La posizione di Google è molto chiara e rileva che la modifica della legge federale Usa n. 41 solleverebbe "enormi problemi costituzionali" che dovrebbe essere materia del Congresso piuttosto che essere materia governativa. Al momento la legge prevede che i procuratori distrettuali possano avviare indagini e confiscare beni nel luogo a cui fa riferimento il mandato stesso. Quello che preoccupa Google, e anche le associazioni sui diritti civili, è che una volta passata la modifica l'FBI potrebbe avere accesso ai server indipendentemente dal luogo in cui si trovano, offrendo in questo modo al governo Usa l'accesso ad una grossa mole di informazioni private.

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In particolare, Google rileva l'intenzione dell'FBI di voler ricercare anche a distanza computer che hanno nascosto la loro posizione, nascondendo il proprio indirizzo IP oppure usando servizi di anonimato come TOR. Di fatto, sostiene ancora Google, l'approvazione della modifica della legge permetterebbe agli organi investigativi di poter effettuare le loro ricerche "in qualsiasi parte del mondo". E da Mountain View sottolineano che questa preoccupazione non è teorica in quanto, con questa modifica di legge, l'emissione dei mandati apre le porte alle indagini "al di fuori dei confini degli Stati Uniti".

Dall'altra parte, il Dipartimento di Giustizia preme per far approvare questa modifica in quanto la legge attuale non sarebbe più così efficace nell'era dei computer. E quindi si chiede di estendere i poteri investigativi dell'FBI anche verso proprietà, come possono essere quindi i computer, che si trovano al di fuori del distretto. E anche l'FBI appoggia questa modifica che dal suo punto di vista ritiene essere "essenziale".

Infine Google, facendo riferimento implicito alla vicenda che ha riguardato la Sony, ritiene che tale modifica potrebbe addirittura mettere a rischio i rapporti diplomatici costruiti negli anni con altri paesi.

Il Dipartimento di Giustizia ha preso atto della posizione di Google e di altri 37 soggetti che si dicono contrari a questa modifica e che nelle prossime settimane esprimerà il proprio parere.

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