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Google dovrà cancellare interi siti dal motore di ricerca, sentenza storica della Corte canadese

Storica sentenza, per gli effetti che potrebbe avere sul Web, quella della Corte Suprema della British Columbia, in Canada, impone a Google di cancellare i risultati di ricerca che coinvolgerebbero interi siti web, circa 300.
A cura di Francesco Russo
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Sulla scia della recente sentenza della Corte di Giustizia Europea che da dato vita di fatto al "diritto all'oblio", cioè alla possibilità data agli utenti di poter segnalare contenuti web che col tempo sono diventati anche dannosi per la reputazione degli utenti stessi, per eliminarli del tutto. E Google in due settimane si è omologata a questa decisione mettendo online un modulo per la richiesta. Ebbene, sulla scia dunque della sentenza europea, arriva un'altra sentenza, questa volta da parte della Corte Suprema della British Columbia, (Canada) che accoglie la richiesta di un'azienda, la Equustek Solutions Inc., che produce e commercializza dispositivi di rete, di cancellare risultati di ricerca che porterebbero ad un cospicuo gruppo di siti web, per il fatto che il diretto competitor della Equusteck, la Datalink Technologies Gateways Inc., ha praticamente copiato i suoi segreti.

L'ingiunzione è arrivata nonostante la Corte Suprema della British Columbia non avesse la giurisdizione territoriale per pronunciarsi su questo caso, tesi su cui gli avvocati di Google hanno costruito la propria difesa. Infatti la sede principale di Google è a Mountain View in California. E proprio su questo punto molti esperti di diritto si stanno interrogando su come interpretare casi come questi dal punto di vista geografico, cioè su il problema è comprendere quanto Internet superi il problema legato ai confini nazionali. Per quel che riguarda la sentenza, il problema non esiste.

I fatti sui quali la Corte è arrivata a emanare la sentenza si riferiscono alla denuncia da parte di Equusteck Solutions verso la Datalink Technologies Gateways per il fatto di essere stata derubata delle proprie idee grazie alle quali il competitor ha fondato gran parte dei suo affari. In pratica, un gruppo di ex soci della Equusteck ha rubato i segreti commerciali grazie ai quali hanno prodotto dispositivi di rete che stanno vendendo via web sulla base di una rete di siti molto ampia, si parla di circa 300. Ora la Equusteck ha ottenuto che questi siti venissero bloccati. Quindi tutto questo si ripercuote su Google. L'azienda di Mountain View si è detta disponibile a rimuovere i risultati di ricerca che riportano verso la rivale da "Google.ca", la versione canadese del motore di ricerca, ma si è rifiutata di fare lo stesso su "Google.co.uk" e su "Google.fr", in quanto i risultati coinvolgerebbero risultati in lingua francese. Insomma, fra due settimana utenti web di altri paesi, quindi non canadesi, si troverebbero nella situazione di non poter accedere a dei siti. Questo secondo alcuni esperti di diritto sarebbe davvero un grave rischio per la libertà di parola.

Gli stessi giudici hanno affermato che la sentenza si è ispirata molto alla sentenza della Corte Europea sul diritto all'oblio. Vedremo già nelle prossime ore quali saranno gli sviluppi a questa nuova sentenza che di certo avrà conseguenze su tutta la rete.

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