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Google ed altri pagano Adblock Plus per chiudere un occhio nei propri portali

Secondo una fonte tedesca Google ed altre aziende tecnologiche avrebbero pagato gli sviluppatori di Adblock Plus per non incorrere nel blocco dei banner pubblicitari nelle proprie piattaforme.
A cura di Bruno Mucciarelli
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La navigazione in rete sembra essere sempre più votata alla visualizzazioni di banner pubblicitari piuttosto che alla reale lettura dei contenuti. Una prassi normale per la sopravvivenza della maggior parte dei portali ma che come sappiamo può essere evitata grazie all'installazione del plugin Adblock Plus. Il software analizza il contenuto delle pagine Web visitate e impedisce la visualizzazione delle inserzioni. Tutto normale, o quasi, se non fosse che Google e altre aziende, al momento non meglio specificate, avrebbero pagato in un qualche modo per non avere il blocco da parte degli sviluppatori dell'applicazione.

La fonte di tale indiscrezione giunge dalla Germania e precisamente dal sito tedesco Horizont. La cifra sborsata da BigG o dalle altre società coinvolte nell’operazione non è stata dichiarata ma l'intento è proprio quello di permettere, anche con l'utilizzo del software, la visualizzazione dei banner pubblicitari. Tale situazione comunque non sembra essere una novità per il plugin. Infatti lo stesso sviluppatore Eyeo permette a piccoli siti Web di non essere inclusi nella lista del blocco, in modo da non impedire a chi li gestisce di guadagnare dalle inserzioni, a patto però che queste non siano invadenti.

Entrare nella whitelist è gratuito per i piccoli siti e per i blog. Tuttavia, gestire l’elenco richiede uno sforzo significativo da parte nostra, che non può essere fatto interamente da volontari come invece accade con le normali liste che filtrano i banner. Ecco perché siamo pagati da alcune grandi aziende per consentire la visualizzazione di inserzioni pubblicitarie non invadenti, attraverso la loro partecipazione al programma Acceptable Ads.

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