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Google Genomics, il servizio per condividere il nostro DNA sul cloud

Un cloud per il nostro DNA che mette a disposizione dei ricercatori milioni di genomi da tutto il mondo. Il nuovo servizio di Google è attivo da marzo e ha già raccolto diversi consensi, tra qui quello del National Cancer Instutite, il quale ha messo a disposizione 2,6 petabyte di dati.
A cura di Marco Paretti
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Google Genomics

Un cloud in grado di immagazzinare i dati del nostro DNA. È la nuova proposta di Google per salvaguardare i dati dei laboratori universitari e degli ospedali, i quali potranno caricare le informazioni dei propri pazienti sul cloud in modo che altri ricercatori possano accedere a questi importantissimi elementi.
Il servizio si chiama Google Genomics ed è in realtà attivo dallo scorso marzo, ma una serie di annunci ne hanno oscurato la nascita. Il suo obiettivo è quello di "esplorare la variazione genetica in modo interattivo", permettendo ai ricercatori di accedere a milioni di genomi diversi ed avviare analisi di gruppo.

Attualmente decodificare un singolo genoma richiede diverse ore e produce un file "grezzo" dal peso di circa 100 GB. Immagazzinare un file di tali dimensioni sui server di Google costa circa 25 dollari all'anno, più altre spese per effettuare operazioni sullo stesso. Una volta "ripulito" dal materiale inutile, però, un genoma umano può arrivare a pesare meno di 1 GB, elemento che lo rende immagazzinabile ad un costo di 0,25 dollari all'anno.
David Glazer, l'ingegnere di Google responsabile della creazione del servizio, ha affermato che rendere più semplice ed immediata la comparazione dei genomi sta diventando sempre più importante, perché lo studio della genetica si è evoluto.

Attualmente i ricercatori non studiano più i singoli genomi, ma molti gruppi allo stesso tempo. In questo Google può aiutare e, con Google Genomics, gli studiosi hanno la possibilità di comparare milioni di genomi e moltiplicare le loro scoperte. Il National Cancer Institute si è già detto interessato in questo nuovo servizio, annunciando l'upload di 2,6 petabyte (1 petabyte è pari a 1000 terabyte) del suo Cancer Genome Atlas, una sorta di atlante del cancro.
È già possibile trovare 3.500 genomi appartenenti a progetti pubblici all'interno del cloud di Google, ma in futuro questa cifra è destinata ad ampliarsi. Anche e soprattutto perché il costo è davvero competitivo, quasi quanto immagazzinare gli stessi dati all'interno di server proprietari. In questo modo, però, si aiuta anche la ricerca.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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